be Il Presidente del Consiglio si rivolse all'ardito ammiratore e gli rispose: "Evviva l'Italia!". Ma il Duce dell'Italia nuova é un genio ancora piu' alto di Ca- vour, ed ha un pugno ancora piu' forte di quello di Crispi. ESPERIENZA DELLA VITA Perseverando arrivi! , Finalmente, ecco il giovane maestro nominato insegnante in una seuola elementare rurale nel Comune di Gualtieri Emilia. Lui stesso ha raccontato il suo 31 Agosto 1934 Poco piu' di venti anni dopo, il vaticinio era superato. Ihr. rante un circuito automobilisti- co milanese un veeehio Signore dall'accento siciliano, fattosi largo, si avviein6 a lui e gli gri- d6 ad altissima voce: "Ti salu- to, cervello di Cavour e pugno di Crispi!". E ripeté per tre volte il grido. - - sotto 1e spoglie di Teresa Hell- man, i nostri parleranno di lei con diffidenza e' disprezzo; la vedrai sorridente, affabile in mezzo ai nemiei dell'Italia, e forse ti perverranno sul suo canto delle notizie atte a farti coprire il volto dal rosisore del- la vergogna. . . . Intanto l'animo dell'adole- scente si svegliava e si manife- stava nei primi scritti polemici; anche la poesia ebbe la sua par- te, ma ben presto domino Yistin- to politico. Durante i mesi del- le vacanze estive, il giovane Be- nito scendeva a piedi da Dovia a Forli e si rifugiava in biblio- teca, avido di conoscenze. Cervello di Cavour pugno di Crispi A diciotto anni era maestro di scuola, ma senza scuola e sen- za impiego e la miseria preme- Va. Quando il Municipio di Pre- dappio gli rifiuté un pesto di serivano, suo padre lo eonsol6 con orgogliose parole di sicura fede e di veggenza profetica: "Va 1a, va lg, gli'disse, questo non é il tuo posto. Va per il mondo. In ogni modo, con Pre- dappio o senza Predappio, tu sa- rai il Crispi di domani". .---Io so-- interruppe Enrico -ehe tu yuoi tradire i nostri nemici, non gié il tuo fidanzato; so che agisci solo nell'interesse della nostra cara patria, e chec- ché accada, il mio volto resteré. Sereno, il mio cuore ti benedirg, come sentiré crescere ognora la mia adorazione per tee- Teresa, commbssa, gli tese 1e mani, che Enrico porté con ri- spttto e tenerezzp alle, labbra. A Il giovane era ben riuseito ne' suoi studi, e con yappoggio del professore Sehieeo che, portato candidato nelle elezioni munici- pali, benché il governo austria- co avesse lavorato alacremente per schiacciarlo, fu eletto con- sigliere, egli ebbe un posto d'in- segnante di filosofia e belle let- tere. Divenne poi anche redat- tore e corrispondente di giorna- 1i, come lo era stato il padre di Teresa. Enrico Milder non aveva piu' parenti al mondo. Orfano fin da bambino, venne da un unico zio, Che teneva seeo una veechia sorella, condotto da Milano a L'Orfana SUA VIT k i1 BOLLETTINO ITALO-CANADESE Perfetti Electric Co. per impianti elettriei di qualsiasi specie. Ripara- zioni di luee, motori, u- tensili elettrici, ecc. 402 College St. Toronto [Te]. MI. 3424 - Di sera e giorni festivi LO. 3823 BENETO MUSSOLINI CONTRATTORI Membro della Consolidated Dealers Limited. DI CAROLINA arrivo del 13 Febbraio 1902 in quella sede. "Gualtieri Emilia é un paese situate sulla riva del Po, tra Guastalla, citté di una certa importanza, e Boretto. II paese dista un chilometro cir- ca dalle rive del Po,dalqua- le é difeso da argini possenti, su cui corrono le strade. Vi giun- si in 'un pomeriggio nebbioso e triste. Cera qualcuno che mi a- spettava alla stazione. Conobbi nella'stessa giornata i maggio- renti del paese, socialisti e am- ministratori, e mi allogai a pen- sione per quaranta lire mensili. Il mio stipendip di insegnante e- ra di lire italiane 56 al mese. Non e'era da stare allegri. Alla mattina dopo mi recai senz'al- tro a far seuola. La mia scuola distava due chilometri dal pae- se ed era situata nella frazione di Pieve Saliceto. Avevo circa una quarantina di ragazzetti d'indole assai mite. Presi ad a- marli. L'orario era continuato ma alla una la scuola finiva ed io ritornavo in paese dove pote- VO disporre a mio piaeere delle ore pomeridiane e serali. I pri- mi giorni furono monotoni, poi il cerchio delle conoscenze si al.. larg6 e divenne piu' intimo". "I mesi intanto fuggivano. Le vacanze estive erano imminenti. Allora io feci il divisamento di emigrare in Svizzera e tentare la fortuna. Telegrafai a mia madre per avere il denaro ne- cessario per il viaggio, e mia madre mi mand6 telegrafica- mente 45 lire. II nove Luglio, a sera, giunsi a Chiasso. Nella attesa del treno che doveva por- tarmi nel centro della Svizzera, presi il 'Seeolo', e fui non poco stupito e addolorato quando in una corrispondenza trovai la notizia dell'arresto di mio pa- dre. A Predappio e ad Orte gli elettori di parte socialista e po- polare avevano fracassato le ur- Trieste, dove avevano un pieeo- lo eommereio in mercerie. Enrico dimostrava molta in- telligenza, per questo lo zio de.. sider6 farlo studiare per avviarr. lo ad una professipne onorifica. Cosi' egli crebbe nella Citté. Vecchia, dove lo zio aveva il suo umile negozio, in mezzo a quella popolazione, povera, ma composta quasi tutta da fervidi italiani. oi Trieste E giovanetto ancora, subi' piu' volte le vessazioni dei poli- ziotti, perché non nascondeva la sua predilezione per l'Italia e parlava apertamente di conqui- ste, di liberté, stigmatizzando gli orrori austriaci. Piu' tardi diventé piu' pru- dente per non compromettere lo zio 'ed i propri interessi morali e materiali, e, sotto la guida il- luminata del professore Sehieco, che prese ad amarlo come un figlio, segui' le sue orme: non usei' piu' in invettive contro l'Austria, e fece parte del nu- eleo di patriotti che aveva for- mato un partito irredentista in opposizione al socialismo che in quella regione aveva un earatte- re austriacante. Essi facevano una propaganda improntata ad una politica pura, senza aleun interesse, ispirata a quell'idea- litii che aveva condotto al pati- bolo il povero Oberdan. INVERNIZIO elettrici per case, uffiei, regali ed abbellimento a la vostra abitazione. Rimaéto privo degli zii, con la , APPARATI di GIORGIO PINI No. 16. ne per impedire la Vittoria ai elericali; 1'autoriUy giudiziaria aveva spiccati diversi mandati di cattura, e uno di questi aveva colpito mio padre. Questa noti- zia mi pose dinnanzi il bivio: tornare o procedere? Decisi di continuare il viaggio e nel po- meriggio del 10 Luglio disceSi alla stazione di Yverdon con due lire e dieci centesimi in ta- sea". La permanenza a Gualtie- ri era stata abbastanza agitata, malgrado la monotonia della vi.. ta provinciale. Un giorno di fe- sta accadde che la fella era adu- nata in piazza per la solenne i- naugurazione di un ricordo a Garibaldi. Mancé improvvisa- mente l'oratore uffieiale. Allo-. ra, chiamato dalla gente che Io conoscéva, Mussolini sali sul palco e improvvis6 un lungo di- 'scorso scapigliato e veemente. In una Iettera a un amico scritta a Losanna il 3 Settem- bre 1902 eosi' raccontava le pri- me impressioni del viaggio: "Il vagone era pieno d'italiani. Lo credi? Stetti quasi tutto il tem- po del tragitto al finestrino. La notte era splendida. La luna sorgeva dietro gli altissimi monti bianchi di neve fra un ri- dere argenteo di stelle. ll Iago di Lugano aveva magici riflessi come una levigata superficie metallica battuta da luci ignote e fatale. II Gottardo si present6 a me come un gigante pensiero- so e raccolto, beneficando der suo tramite cieco il serpente d'aeeiaio che con fuga vertigi- nosa mi portava fra gente nova. Nel vagone tutti dormivano, io solo pensavo- Che cosa pensai quella notte che divideva due periodi délla mia vita? Non lo ricordo. Solo alla mattina.--- e ei6 poteva dipendere dallo spossamento fisieo - quando passammo per la Svizzera tede- sea e una pioggia novembrale ci accolse fredda come l'addio di un infelice, rieordai--eon una stretta al cuore - le contrade verdi d'Italia baqiate da un so- le di fuoco." Fece impressione. Cid tutta- via non impedi al Sindaco di la- mentarsi del contegno del mae- stro che spesso gironzolava per le vie con la giacca traseurata- mente abbandonata smile spalle e non si rifiutava di giocare in pubblieo popolarissime partite a briscola. _ L'ultimo giorno di seuola Mussolini dett6 questa frase a- gli seolari: "Perseverando arri- vi!" e poi se ne and6 lontano. La sua vita fino ad oggi ha dr. mostrato come si pu6 svolgere praticamente quel tema cosi' suggestivo e non semplicemente letterario. modesta rendita che gli aveva- no lasciata, Enrico poté vivere solo, continuando gli studi, non avendo altro affetto che quello per la patria lontana e per il professore che considerava co- me un padre. In un cortiletto, tremolante di ombre, intorno a una tavola ap- parecchiata che sembrava anco- ra piu' bianca e piu' bella, sta- vano raccolti degli uomini, dei bimbi e una donna. Era la ten- tazione al cuore impolverato di fatica e d'ira sorda, era 1a ten, tazione dello stomaco digiuno da troppo tempo". "Senza umil- té e senza rudezza, ma risoluto e diritto come tutti i suoi atti di vita, sbue6 dalla strada, en- tr6 nel cortiletto quieto". "Si- Ienzio. Sei o dieci occhi lo guar- darono attoniti". "Avete del pa- ne?" domand6 rudemente. Nes- suna risposta. "Datemene". Si- Ma dall'incontro di Teresa, la sua vita ebbe un'altra méta, 11n'altra aspirazione: volle ren- dersi degno di lei con le sue o- pere, eo' suoi studi, con la sua condotta. E guard6 sorridendo l'avveni- nire. La separazione non aveva in- debolito un istante il suo arden- te amore per Teresa, e si senti- va profondamente ricambiatp. Ma era ben lontana l'ora del- la loro unione, l'ora che avrebbe coronato tutte le loro speranze! Tuttavia, checché il destino gli avesse riserbato, Enrico senti- va che avrebbe saputo lottare, e Teresa yavrebbe sempre trova- to al suo fianco, pronto ad aim, tarla, a difenderla. Il loro amore era santo, fon- Solitudine affamata (Continua) ll Capo dei Gruppi Giovanili, sig. Pasquale Palange, in assen- za del Segretario, ha diretto la riunione mensile del Fascio, lu- nedi sera, al Circolo Colombo. Dopo le cmunicazioni ordina- rie alla vita dell'istieuzione e dei suoi membri, il sig. Palange ha raccomandato ai fascisti di visitare la 4.a. Mostra Italiana a la C. N. E., giacché anche que- sta é un'altra opera fascista ed é li a dimostrare le possibilitd di sviluppi dei legami economici tra l'Italia e il Canada, che'non possono e non debbono non in.., teressare i fascisti. Egli racco- mandé inoltre di intervenire nu- merosi a la cerimonia di conse- gna della Lupa di Roma a la citta di Toronto, che verra' fair. 'ta dal nostro R. Console Gene- rale, Comm. Petrucci, martedi nel pomeriggio, assai probabil- ;mente nel padiglione italiano. COMPLEANNO Circa un centinaio tra paren- ti ed amici hanno festeggiato domenica scorsa il compleanno di Joe Natale, che cadeva vener- di scorso. Essi si sono raccolti in un "cottage" sul Iago Simcoe. La festa fu preparata da Sera- fino Nobile, e riusei' tra le mi.. gliori del genere; cioé riusei' come quelle Che 's'usavano ai tempi in cui non si conosceva la parola depressione. ooooooomoouoouomoou l L. PERFE'ITI Gift elettricista nel Regio Govemo Italiano C o N T R A T T o R E Inoltre, fu evidente soddisfa- zione che il Capo Gruppo dei Giovani comunie6 la lieta noti- zia che anche le Giovani Italia- ne di Toronto si sono distinte durante la loro permanenza in Italia, facendone merito a yr. struttore, al quale l'assemblea rivolse un caldo applause. In vero, oltre a questi, il sig. Pa- lange e la sua signora, fiducia- ria del Faseio Femminile, che accompagna le giovani in Italia, hanno coaudivato non poco per la loro preparazione morale 0 fisica. , IMPIANTI ELETTRICI PER MOTORI E ILLUMINAZIONE t Riparazioni di ogni specie. "OOOONWOMOOOOOMOOz Nella Scheffer non era bella né simpatica; bassa, massieeia, di un biondo slavato, non aveva di notevole che gli occhi e i den- ti. Gli occhi erano nerissimi ed avevano un fulgore straordina- rio; i denti erano bianchi come il latte: denti di fiera. Enrico la conobbe una sera, mentre u- sciva dal suo alloggio. Quando Enrico, per i suoi af.. fari, dovette lasciare il vecchio alloggio per un altro nel centro della eittiy e piu' prossimo al professore Sehieeo, ebbe per vi- cina una studentessa austriaca, certa Nella Scheffer. Costei vi- veva sola, e nessuno sapeva pre- cisamente di dove venisse, chi fosse, S" avesse parenti vicini o lontani, né chi le fornisse le ren- dite di cui godeva, rendite che d 0 v e V a n o essere abbastanza laute, perché il suo quartierino era montato con lusso e, sebbe- ne non mangiasse mai in casa, teneva una donna per fare le faccende e vestiva sempre con molta eleganza. Sul pianerottolo, Nella, cari- ca di libri, si sforzava invano d'introdurre la chiave nella ser- ratura dell'useio di casa e batte- Vari piedi impaziente. Ma un serpe velenoso doveva insinuarsi nella vita del glova- ne. Enrico, vedendo gli sforzi del- la giovane, con la sua gentilezza innata le chiese nel dolce idio- ma triestino: dato sulla reeiproca stima, la fi- ducia, la r1c0noscenz.a, la forza dei loro caratteri. -Volete che provi io, signo- rina?--. ECHI DELLA ADUNATA DEL FASCIO Noi abbiamo la licenza della citté con relativa garenzia di $1000 per assicurare la perfe- zione dei lavori. 298 Simcoe St. AD. 4683 Elettricista FASCIO PRINCIPE UMBERTO WWO"MNOOMNOOOOW OOOOO"OOOOOOOOOOOO0900090 "000000000000..00.0.H000c OOOMOOwOOOOOOOOOOONOOs .t000.00..t00000o.o0000.0000 OOOOOOOOONOOOOMOO"OO"O E senza risposta apri' il pro- prio uscio ed introdusse la stu.. dentessa in un piccolo e mode- sto salotto che serviva anche da studio e da anticamera e prece- deva la sua camera da letto. --Sventata che sono! .- dis- se. - Avete ragione, signore: ho sbagliato chiave. Ma il peg- gio é, che ora sono chiusa fuori e non so come rincasare. La mia donna di servizio non verrd fino a domattina, ed abita troppo Iontana perché io vada a cercarla. ----No, no, signore; sarebbe a- busar troppo della vostra genti- lezza. -Ma niente affatto: tra vi- cini é un dovere il prestarsi nel bisogno. Tuttavia una signori- na non pu6 aspettare sul piane- rottolo: se non vi dispiace, en- trate in casa mia, aspettando.---. o-too-o-ttttttto-ooo-o-oo" Nella si rivolse al suono di quella _ voce, lo guardé, ed una fiamma repentina le sali' al vi- so. Poi rispose in tedeseor io. 'Ma smise quasi subito, escla- mando: --Tutt"altro! - soggiunse il giovane nella stessa lingua. -- E tolta la chiave dalle mani della studentessa, si prové ad aprire. 7 - - --La signorina si é sbagliata: non pu6 essere questa la ehia- ve.--- -Grazie, non vorrei darvi incomodo. Nella Scheffer, dopo alcuni complimenti, aeeett6. Nella la guardé, e dette in u- no scroscio di risa. -Se credete, posse andarvi Ella rimase in quel salottino, ASSOClAZltDiNll ED ENTI ITALIAN! l fNli5jlllL CANADA ITALIAN PUBLISHING CO. . , l2 ELNI SCT. Una, Copla Mt T?0M0PilW0 é stata pubblicata la Prima Edizione di Dai Tipi Della Enrico l'accoglieva con bon- td, ma non poteva vincere un certo sentimeneo di diffidenza verso la giovane, sebbene que- sta fino dai primi giorni gli a- vesse confessato che, pur essen- do auitriaca, amava l'Italia e gl'italiani e comprendeva i pal- piti di liberta' Che animavano gl'irredenti, da essa stimati ed ammirati. --lo sono fatta cosi', Signor Enrico; -- soggiunse-- amo la forza, la volonta' ferrea, la viri- lité; amo l'uomo che sa liberar.. si dal gioco e camminare a te- sta alta sfidando apertamente il nemieo.-- mentre Enrico andava in trac- Cla della donna di cui aveva yindirizzo. Cosy comincié la conoscenza del giovane con la studentessa austriaca, la quale, passati i primi giorni d'imbarazzo, di- venne cosy familiare, che non passava sera in cui non pic- chiasse all'uscio di Enrico, e, se egli era in casa, non cercasse d'intrattenersi con lui per chie- dergli qualche schiarime Ito sui studi, dovendo aneh'ella in quel- l'anno subire gli esami di belle lettere. Enrico, prudente, ammise di amare l'Italia, la culla dei suoi cari, dove,aveva la tomba dei genitori ed i suoi ricordi piu' soavi di fanciullo; ma aggiunse a sua volta che considerava Trieste come una seconda pa- tria, che contava amici fra gli (seguita a1 prossimo numero) 31 Agosto 1934