Angelo Principe' Italian Canadian Digital Newspaper Collection

Il Bollettino Italo-Canadese, 17 Jan 1936, p. 6

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U BOLLETTINO ITALO--CANADESE to o in parte le conseguenze delle sanzioni a seconda dei vari settori sui quali influivano. C'é, inoltre, una circostanza che va messa subito in luce quando si par-- la della resistenza che il popolo ita-- liano oppone alle sanzioni ed é il nes-- sun ricorso a provvedimenti eccezio-- nali. Non solo non é stata né sara' mai istituita la tessera per il pane come volle giustamente proclamare il Duce quando convoco a Palazzo Ve-- nezia le categorie della produzione e del commercio, non solo non si é ri-- corso né si ricorrera' a calmieri; ma non sono stati creati, né lo saranno, quei macchinosi organismi burocrati-- ci, per la disciplina della produzione e della distribuzione, ai quali doveva-- no necessariamente ricorrere i regi-- mi liberali. Se c'é un dato di fatto che dimostri la genialita', la prontezza, il dinami-- smo del popolo italiano e la salutare influenza che su di esso ha esercita-- to il Fascismo, che significa, oltre tutto, modernita' e tecnicismo oltre che restaurazione dei valori morali, é la reazione opposta alle cosi' dette sanzioni. L'indignazione non ha per nulla ritardato la riscossa sul terreno della realta'. E prima ancora che le sanzioni venissero decretate, la Na-- zione italiana era gia' tutta in linea, agli ordini del Duce, ed aveva inco-- minciato ad attuare un programma organico, che doveva annullare in tut-- Non pochi dei provvedimenti che le sanzioni hanno reso di urgente at-- tualita' crano gia' in atto come quelli che rispondevano a un piano organi-- co di autonomia economica. Innumerevoli sono gli esempi che si possono addurre a conferma. Ti pico quello che si riferisce al consu-- mo delle carni. Attraverso le consul-- tazioni corporative il Regime ha sta-- bilito la limitazione del consumo del-- le carni, in vista di ridurre a zero o quasi a zero le importazioni di be-- stiame e di carni fresche. (Non si considerano le carni congelate desti-- nate alle forze armate). Ma chi non sa che da oltre un anno le corpora-- zioni avevano gia' indicato il grosso problema del nostro patrimonio z00-- tecnico ? Che mediante relazioni accu-- ratissime, fatte proprio dal Consiglio nazionale delle corporazioni, esse a-- vevano suggerito i mezzi idonei per accrescere questo mostro patrimonio, fondamento dell'agricoltura, e per tu-- telarlo, disciplinando le macellazioni e ordinando diversamente la produ-- zione zootecnica, in modo da equili-- brare, ad esempio, quella dei formag-- gi con quella del burro? Perché, in Italia, abbiamo una sovraproduzione di formaggi (anche a prescindere dai contingentamenti precedenti alle sanzioni) ed una produzione di burro inferiore al fabbisogno? Era giusto, era saggio, era economico, che doves-- simo importare del burro, mentre il nostro formaggio (e quale formag-- gio!) restava invenduto a STAGIO-- NARE nei depositi? Ecco un proble-- ma che si avvia alla soluzione. aUamaddyey Fià RESISTENZA MANOVRATÀ SANZIONI E CORPORATIVISMO ITALIA E COLONIE L. 17.50 Commenta, preannuncia, incita il moto culturale della Nazione. -- La intera collezione costituisce un vero dizionario di consultazione bibliografica . ANNO XIX Perché Essere Malati! Consultate CLAUDE WALL, che guarisce le malattie senza uso di medicine. Graduato a tre Collegi, 25 anni di esperienza. L'Italia Che Scrive 605 BATHURST, Ang. di College RASSEGNA PER L'ITALIA CHE LEGGE A. F. FORMIGGINI EDITORE IN ROMA IL PIU' VECCHIO IL PIU GIOYV ANE IL PIU DIFFUSO PERIO DIC O BIBLIOGR AFICO NAZION A LE ABBONAMENTO L.20 -- ESTERO L.25 (Corrispondenza dall'Italia) Ogni Fascicolo Mensile L.2 Fondata E Diretta Da Per Gli Abbonati A Questo Periodico Un altro problema di importanza capitale é quello che riguarda la no-- stra produzione ortofrutticola, la piu' importante -- si noti -- dopo quella frumentaria. Ci fu, anzi, un anno, il 1932, in cui tale produzione superò in valore oro, quella del grano. Si noti che nonostante le difficol-- ta' di ogni genere i nostri esporta-- tori ortofrutticoli -- i primi del mon-- do per genalita' e modernita' di tec-- nica! -- sono riusciti a mantenere i-- nalterata la QUANTITA' delle no-- stre esportazioni dal giorno dell'ar-- mistizio ad oggi. Diminuiti, invece, ridotti del 50 per cento, per effetto del crollo dei prezzi dei prodotti del suolo, gli introiti. Dai 2 miliardi di lire che entravano in casa, corrispon-- denti ad una esportazione di 10 mi-- lioni di quintali di ortaggi e frutta, siamo passati a un miliardo e 100 mi-- lioni. Poco male, hanno proclamato i nostri valorosi esportatori. Cié che importa é conservare i mercati. La crisi passera'. E non hanno pensato ai larghi guadagni. (Questo é pa-- triottismo di fatti e non di parole). Senonché, di fronte alle sanzioni, si Ìpmfîlava un problema nuovo. Dato che i paesi non sanzionisti assorbo. no poco piu' di 6 milioni di quintali, per un valore di cirea mezzo miliar-- do, che fare degli altri 4 milioni di quintali di frutta e verdure, che non varcheranno i confini? Ridurre la produzione? Sarebbe stata una follia, rimedio in assoluta antitesi con la mentalita' fascista. Non restava, quindi, che aumentare il consumo in-- terno, per _ mantenere inalterata la produzione (una produzione selezio-- nata) che é costata tanti sacrifici. _ _Ma si può aumentare il consumo interno ? E come no? Uno dei pre-- 'g'iudizi piu' in voga della dottrina li-- ìberale era che la volonta' non potesse influire sui gusti e sugli orientamen-- ti del pubblico, ma venne la propa-- ganda per l'uva promossa dal Duce e il consumo di questo prodotto tipi-- %c,a.mente italiano passò da 2 milioni e mezzo di quintali a 5, Perché non si dovrebbe fare altrettanto per le 'verdure e per le frutta? E' appunto 'quello che si sta facendo. Quanta frutta si consumava fino all'anno scorso in Italia? 10 milioni di quinta-- li su 17. Orbene, 10 milioni di quin-- tali di frutta significano una media di cento grammi al giorno per abitan-- te. E poiché una arancia pesa 150 grammi e una mela 120, si deduce che gli italiani consumavano, in me-- dia, una sola arancia od una mela od una -- pera al giorno. Troppo poco. D'ora in poi questa frutta rallegrera' le nostre tavole e gli italiani varie-- ranno la loro alimentazione sostituen-- do alla carne le verdure e le frutta e il pesce di cui eravamo (incredibile!) importatori, se le cooperative della pesca manterranno la promessa( e non é lecito il dubbio) di accrescere la produzione di 400 mila quintali. Un ostacolo si frapponeva al mag-- gior consumo delle verdure e delle frutta: la disciplina dei mercati, an-- ESTERO L.22.50 1936 (XIV) BBEEEEEN E5 cora oppressi da residui delle malau-- gurate e demagogiche _ provvidenze annonarie del 1919--20. Ma il Regime, cioé la Corporazione, aveva da tem-- po indicato un'opportuna riforma dei mercati. All'indomani delle sanzioni essa ha rinnovato l'istanza e il go verno ha aderito. Si lavora in que-- sto senso, si lavora per addivenire ad una piu' rapida, ad una piu' spedita circolazione delle merci, a quei mer-- cati non piu' chiusi, ma intercomuni-- canti, che serviranno meglio di prima Che cos'era l'agro romano prima, dell'avvento del Fascismo? Una pa-- gina del sempre grande, del sempre vivo, sempre . attuale Oriani, ci da'} un'idea dell'imponenza dell'opera in-- trapresa da Mussolini per la sua re-- denzione. "Lugubre spettacolo. Da. qualunque parte mi volgessi, praterie calve, sterminate, ineguali; a grandi intervalli poche quercie 'rattrappite come povere superstiti di una grande rovina, come ricovero risparmiato dal genio della distruzione ai corvi. Per entro a spessi bacini, sui margini di sinuose paludi sul dosso di brevi e-- minenze mormoravano giunchi e can-- neti e il loro mormorio, appena per-- cepibile per lo strepito del vapore, si perdeva quasi in traccia di un'eco senza trovarla. Continui steccati cor. revano in giro chiudendo enormi spa-- zi di terreno intersecato di fosse, a.. perto da ruscelli; poi tratto tratto sorgevano enormi coni di fieno dispo-- sti in fila o a semicerchio e solitari come isole nell'oceano; piccoli abituri di pastori o vastissimi casoni destina-- ti alle mandre. Lontano lontano una bruna striscia rigava il prato e l'o. rizzonte. Era un acquedotto senza onda cogli frantumati dal pesante passaggio dei secoli e peggio dall'-- incuria o dalla rabbia degli uomini, simulacro imponente di una grandez-- za che fu, traccia gloriosa di una ci-- vilta' discesa nei sepolcreti della sto-- ria". Questa pagina, scritta mezzo' secolo fa, era ancora attuale, precisa come una fotografia, fino all'anno decimo, l'anno di Littoria. E dopo Littoria, Sabaudia e dopo Sabaudia.! Pontinia, e poi Aprilia, e poi, ancora, Pomezia. Quale documento, per quan. ti studiano il Fascismo, da vicino e da lontano, questa redenzione della ter-- ra, questo rinato amore dell'agricol-- tura! Fra tutte le rivoluzioni che ri-- ;corda la storia, quella fascista é la 'sola, che abbia dimostrato una tenace passione per la terra. Altre rivolu-- zioni, quasi tutte le rivoluzioni, mira-- rono in vario modo alla terra, da quella dei Gracchi alle Jacqueries, ma per confiscarla o per depredarla, mai per redimerla o per lavorarla. Sorto come affermazione dei supremi valo-- ri della tradizione, della razza e del-- la personalita' umana, il Fascismo non poteva non rivolgere alla terra la maggior somma di energie e di volonta', perché la terra é il massimo termine di confronto, la prova supre-- La terra non consente nessuna re-- torica. Essa prende l'uomo nella sua totalita' e gli impone dei doveri. e delle responsabilita', che trascendono la sua effimera persona, perché in-- teressano, piu' ancora dei viventi, gli esseri futuri. Essa é grande educatri-- ce, una scuola di sacrificio e di mo-- ralita', perché il rischio é continuo, imprevedibile e mutevole come le for-- ze della natura. Non eststono assicu-- razioni che valgano, rimedi che pos-- sano dispensare da quel tacito eroi-- smo quotidiano, che é la creazione della vita nel lavoro dei campi. Il primo compenso di chi lavora la ter-- ra é nella coscienza del dovere com-- piuto, nella certezza che la sua, piu' ancora che un'industria, & una mis-- sione. Nella sua profonda intuizione del mondo 'e della vita, l'antichita' e-- levò l'agricoltura a rito religioso, coi suoi Iddii, colle sue cerimonie, coi suoi sacerdoti, mentre conferi' al Dio dell'industria un carattere fondamen-- talmente eretico di sfida agli dei, e a quello del commercio una figurazione equivoca, atta a rappresentare egual-- 'mente l'onesto guadagno e la frode. ma, in cui si affermano il carattere dei popoli come quello degli individui. I sofismi degli economisti, i sogni dei riformatori, gli odii della lotta di classe, le devastazioni dell'inflazione, trovarono in ogni tempo una barriera insuperabile -- nell'agricoltura, ultimo richiamo della realta' agli spiriti smarriti dietro l'utopia. Viene sem. pre il momento in cui questa suprema realta' soggioga le volonta' e le ani-- me ed espelle quanti non sono degni di servirla. Non a caso, fino dai pri-- mi tempi della Rivoluzione, il Duce amo definirsi rurale, anzi, "contadi-- no" e vantarsi di tale denominazione come di un titolo di nobilta'. Egli sapeva che nel culto della terra la vecchia generazione si sarebbe ritro-- PON T INIA gli interessi dei produttori e dei con-- sumatori. _ Contemporaneamente le Ferrovie stanno rivedendo le tariffe per i trasporti aderendo ai voti del-- la corporazione. E cosi' via. Abbia-- mo lasciato da parte tutte un vasto settore di primaria importanza: quel-- lo tecnico--industriale. Non se ne può parlare per accenni o semplici esem-- plificazioni. Per questo -- occorrera' una apposita per quando sommaria trattazione. vata e la nuova temprata. Se si pensa che fino a pochi anni fa l'Agro pontino era ancora quello lasciatoci dalla Roma imperiale, che nessuno dei tanti governi, da quello dei Papi a quelli della terza Italia, a-- veva osato affrontare con coscienza degna dei tempi il problema della re-- denzione di una terra che pareva ma-- ledetta, si ha il diritto di andare or-- gogliosi davanti alle case di Litto. ria, di Sabaudia e di Pontinia. Con-- tro ogni mendace interpretazione lo spirito -- costruttivo del Fascismo si palesa in questa "creazione" di terra nuova, che dimostra il nostro bisogno di terre e la nostra necessita' di e. spansione. Non é senza un profondo significato che Pontinia sia stata i. naugurata nel trigesimo delle cosi' dette sanzioni, nell'ora stessa in cui tutte le madri d'Italia recavano sull'-- Altare della Patria o attorno ai mo-- numenti dei Caduti la loro "fede" nu-- ziale; non é senza un profondo signi-- ficato che il popolo italiano abbia riaffermato la decisiva volonta' di conquistare il posto che gli é dovuto nel mondo con una mirabile opera di pace, mentre l'insidia e la minaccia altrui lo costringono ad una guerra di difesa e di liberazione. "La guerra Poesia d'un futurista a tempo per-- so su metro marinettiano. Sanzioni Sanzionissime Sanzioni Tu sei il serpente Che morde chi ti Scalda nel petto (Hoare). Non dimenticare Il tuo bellissnmo Eden Che ti diede la luce E' il tuo Adamo Il peccaminoso Che ci ha condannati A la guerra. Sanzioni Obbrobriosissime Sanzioni Macchia nera Della tremolante Civilta' bianca. Sanzioni Velenosissime Sanzioni Fiore pestifero Dell'invidia e cupidigia Umane. Sanzioni Vilissime Sanzioni Frutto immondo Di tutte Le paure e codardie. Sanzioni Sporchissime Sanzioni Puzzolentissime Di petrolio E degl'intrugli verdi, rossi gialli e blu. Sanzioni Fariseiche e ipocritissime Sanzioni Onta della civilta' bianca Semitico frutto Della concubiscente Lega Sanzioni Ferocissime Sanzioni Contro te s'ergono Donne, vecchi, bimbi d'Italia. I morti sotterra Grideranno vendetta I bimbi ti porteranno Scolpite nei cuori Fin quando t'avranno Cancellate con l'acciaio Freddo delle loro baionette. Le donne Le meravigliosissime Donne d'Italia Partoriranno altri Figli per la bisogna Fin quando avranno Riempito il mondo D'italiani vendicatori Delle immoralissime Sanzioni. SANZIONI che noi abbiamo iniziato in terra d'A. frica -- ha proclamato il Duce -- é una guerra di. civilta' e di liberazione. E' la guerra del popolo. Il popolo ita-- liano la sente come cosa sua. E' la guerra dei poveri, dei diseredati, dei proletari". E' per questo, unicamente per questo che "contro di noi si é schierato il fronte della conservazio-- ne, dell'egoismo e dell'ipocrisia". E' una prova della quale il popolo italiano uscira' vittorioso e piu' forte, perché essa deve significare in modo definitivo che "noi non manderemo in terre lontane e barbare il fiore della nostra razza se non saremo sicuri che sara' protetto dal tricolore della Pa-- tria". Ricordino gli italiani all'Este. ro queste parole magnanime, le ri_ cordino i figli di coloro che in un passato non remoto partirono col passaporto rosso, dimenticati e indi-- fesi. Solo oggi, e non la piena rivelazione e della profondita' ; R, Rtt Re Yt. We We Rne W.. nL eii ii oo oi nr i ii e 9099999 0999909V PD 9 59o ru000 o 1o opo zzo 0000000009000000 0909990909009000 99090090 0990909909909 Inviateci l'indirizzo di un vostro Amico Carissimo assieme a 1Î B@ E ,E Éc E "E EX @ ; "THE TALK OF THE TOWN" ANGELO'S HOTEL Chestnut and Edward Sts. si esagera, si ha delia complessita' della : Rivoluzione E Gli Invieremo A Vostro Nome PER UN ANNO compiuta da Mussolini, che nel me-- morabile discorso dell'Ascensione, in-- dico i vari tempi delle mete future. Mentre si riscopre l'antichita' classica e rivivono al sole le memorie impe-- riali, si fondano nuove citta' e si re-- dime la terra che da secoli pareva in-- violabile dominio della morte; mentre si costruisce lo Stato corporativo, che é lo Stato giusto, lo Stato "umano", si difende e si tutela la razza, coor. %dînando e potenziando ogni forma di assistenza; mentre si rafforza e si }consolida l'unita' morale e civile degli iîtaììani con la pace religiosa e con la collaborazione fra le classi, si indica-- no al mondo le vie della ricostruzione e della pace. Contro questo popolo che piu' di o-- gni altro ha contribuito alla civilta' universale, e al progresso umano si levano le "sanzioni', cioé l'assedio e-- conomico, cioé la guerra nella sua forma piu' vile. E i fautori di questa incredibile infamia sono i maestri del l'egoismo e dell'ipocrisia. P 92. . 17 Gennaio 1936 +

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