W ()ona01 T A A il pr-ocesso alle intenzioni. Si curumenLee alla pace Clel 11101100. tratta di far 1a prova, accordan- Ora é tornata fuori, a pr0po- dosi una buona volta sopra un sito del disarmo e della domanda piano eonereto, ettettivo, di li- tedesca di parita, I'idea della duzione degli armamenti, come ctmoratoria politieary, Che fece quello Mussolini 0 quellO Hoover. gik la sua comparsa dOpO 1a mo- In taluni ambienti pill calda- ratoria finanziaria Hoover ed a mente favorevoli alla Societalproposito dei progetti tyintesa delle nazioni ei si sothrma 'jjt1.Lf,iiii",-'i',i,i),'iiitiiiiir. In compenso lentieri a discutere di presunti della paritk di diritto per gli ar- nemici o tiepidi amici della st) mamenti, che verrebbe ricono- eieti1. Molte preoccupazioni silsciuta alla Germania, e dell'av- sono manifestate soprattutto per viamento alla pariti di fatto, la la Russia dei Soviet, Che, stog- Germania dovrebbe impegnarsi giando programmi demagogiCi a non sollevare per un certo nu- inattuabili - precisamente inlmero di anni (dieci, in ipotesi) fatto di disarmo - mirerebbe al nuove rivendicazioni politico- L'attare manciuriano non manca di un legame, e abbastan- za forte, con la questione del di- sarmo. G11 avvenimenti di Man- ciuria, infatti, ei presentano lo spettacolo di quanto pub acea- dere allorché uno State dishr- mato si trova di fronte ad uno armato. Ma, anche senza la Man- ciuria, 'i, auestione del disarmo it in prima linea, direttamente per I'Europa. Anche qui '11 di- scorso di Torino la avuto una battuta partieplarmente degna di nota, quando ha risposto a coloro che tanno, diciamo cosi, La Aocietis delle nazioni non é un superstato, né una organizza- z/one coattiva. La sua vita non pub essere assicurata, in ultima analisi, che dalla sua vitalita, dal suo rendimenbo. Ma gl'inte- ressi, in vista dei quali essa i stata costituita, sono cosi emi- nenti, i problemi che deve risol- vere cosi ditticiii, che una gran- de pazienza, un grande sense pratico del rapporto fra il pos- sibile e il desiderabile s'impon- gone nei suoi riguardi. Pazienza chiaroveggente, perb, e quindi,r quando occorre, . critica aperta, E' evidente, per esempio -- l JI,1rstp,ptp di, 'rdr1ry,y,l'lst1lty?t,q) - che ne11'attare mNiNurianb Ian Societa delle nazioni non ha tat-l to sin qui buona prova. Essa non! ha arrestato I'azione giapponese in Manciuria, né - posto che' una rémora assoluta a quest'a-i zione non fosse possibil-e, o non) fosse opportuna, - ha eseogitato) a tempo un nuovo assetto con-) ciliante principii e realm, tf1ri-l, ti cinesi e interessi giapponesi.l Diciamo pure, che, se la Societal non fosse esistita, non sarebbe! facile immaginare uno svot1-l mento in Manciuria diverso da' quello che é stato. Il Giapponel ha fatto e seguita a tare eiio 1'ii) voleva, e il rapporto Lytton ir, giunto quando era gik compiutoI un fatto di estrema gravita: 1a creazione di un governo maneiu- riano indipendente dalla Gina e controllato da1 Giappone. l A n . o 'io-rr-o-o-tr-rr-o- --9:0 ANNO XXVI No. 49 Telefono: CReseent--8445 ARTICOLARMENTE opportuna, nella presente si- P tuazione internazionale, é giunta la dichiarazione del Capo del Governo fascista nel discorso di To- rino: che l'It'alia rimarré nella Societiy delle Nazioni. Dal momento che all'estero erano sorti in proposito dei dubbi, sia pure infondati, is state bene 'che essi abbiano ricevuto una smentita reeisa dalla fonte piis autorizzata. Smentita resa pill vigorosa dalla giustez- za della motivazione: appunto perché nella Societa delle nazioni non tutto va bene, occorre rimanervi per cercar di provvedere. La visione fredda della realté deve essere il presupposto e lo stimolo per agire. Perche' Restiamo a Ginevra DEO et PATRIAE Non si tratta, per la Soeietiy delle nazioni e per il concerto delle grandi potenze, di Cristal- lizzare tutte 1e situazioni aequi- site, di mantenere, in ogni taso e sempre, lo estatu quo' aei trattati di pace e delle altre con- venzioni internazionali. La dit- fieoltk é proprio qui: nell'ingra- namento dei principii e degli i- sitituti di diritto internazionale, Che si vanno faticosamente ela- borando, colle realtk politiche giorno per giorno mutevoli e ta- lora incalzanti. Per esempio, il rapporto Lytton sulla Maneipria, mentre biasima I'azione giappo- nese, riconosce al tempo stesso Che il semplice ritorno allo sta- to di cose anteriore non e il programma piia opportuno, e a- bozza le linee di un nuovo as- setto. Se cib si fosse fatto un anno prima, forse la situazione in Estremo Oriente non sarebbe cosi imbrogliata. In linea gene-) rale, non é negando o rinviando' indetinitamente i problemi 'JirCl litici. che si contribuisce pix) 'ir) curnmentee alla pace del mondo.} E cosi solo per questa via si potrir risolvere quella che a1 presente é 1a questione interna- zionale pm difficile: la richiesta tedesca per la parita degli ar- mamenti. I1 discorso di Torino ripete 1a doppia tesi dell'articolo che l'aveva preceduto: neeessitk, da parte delle potenze ex-vinci- trici, di riconoscere alla Germa- nia il principio paritario; neces-' sitir, da parte della Germzania, at atterrdértrHa"ditre 1ietla *'r'Coni'Jw fer-enza del disarmo prima df fare una qualsiasi applicazione Tm ogni case, moderata) del principio medesimo. Anche qui/ CK) che océorre dopo tante di- scussioni é un'azione, una de-; cisione per il disarmo ettettivo/ Dalle parole occorre passare ail fatti. I screditare la Societa. Ma queste manovre, se mai, e'é un mezzo sicuro di troncarle: quello di rea- lizzare un programma buono, u- nico adatto a sventare 1a presun- ta demagogia dell'ottimo. FONDATO NEL 1906 Recenbemente sir Austin 'Chamberlain, l'exministro degli esteri inglese che tu uno dei pa- drini e tiirmatari del patto del 1925, ha detto in una interviista che occorre etornare a Locar- no >>, per avviare a soluzione il problema dei rapporti franco- tedeschi. E' un fatto che se il trattato di Locarno avesse reso tutto quello, in vista del quale fu costituito, talune fra 1e dif- fieoltk presenti non si sentireb- hero, o, almeno, non riuscireb- bero si gravi. La Francia dovreb- be sentirsi assicurata da un at- tacco tedesco non solo per l'im-) pegno della Germania di non at- taccare 1a frontiera orientale traneese, ma per la garanzia anglo-italiana di aiuto nel c2150I Che 1a Germania I'attaeeasse. Lo stesso vale per la Germania rr-I, spetto alla Francia. Per i'ii'lii-,l guenza, non essendo né I'una nél I'altra assillate dal problema del-) la sicurezza, la Francia dovrebbe essere in grado di considerare con animo pii1 tranqquillo e vo- 1onteroso una riduzione notevole dei suoi armamenti; mentre 1a Germania, pure insistendo sul Prima di pensare ad una Lo- carno orientale, sarebbe meglio porre in piena ettiqienza la Lo- carno occidentale. Chi ricorda quanta avvenne a Locarno nel 1925, - quando 1a Germania, pronta a riconoscere e garantire 1a frontiera orienta- le della Francia, si ritiutty a ta- re altrettanto con quella oeci- dentale della Polonia, - e co- nosce quali siano gli stati d'a- nimo prevalenti oggi in Germa- nia, dubiterk, che sia possibile ora quanto non fu nel 1925. Ma anche ammesso che si trovi un governo tedesco disposto ad im- pegnarsi per la moratoria poli- tica, non dobbiamo concluderne sepz'altro che la sua tIrma, sotto an impeg'no simile," 'assimebbe allTluiropa queue. tranquillité, quella tiducia, di cui ha bisogno. Non si devono svalutare i pro- tocolli internazionali, ma mean- che esagerarne 1a portata. Da soli, essi non creano una situa- zione politica e morale nuova. Stresemann poté tirmare a L0- carno 1a rinuncia tedesca all'Al- sazia-Lorena, perché effettiva- meme l'Alsazia-Lorena interessa Poco la grande maggioranza dei Tedeschi nel dopoguerra. Ma per i1 corridoio polacco lo stato d'a- nimo é ben diverse. Far credere con un pf) di nero sul bianco, che una questione sia liquidate, quando essa é pii1 essere non solo inetticace, ma pericoloso. territoriali, cioé, innanzi tutto, la questions del corridoio polacco. L'origine psicologica della pro- posta - Sorta forse in Inghilter- ra prima che in Francis. - si commends facilmente. Poiché certi problemi appaiono presen- temente insolubili, il meglio is di non parlarne; Tanto pill che il mondo si dibatte oggi in difr1col- tit tyconomiche gravissime, che non é il case di complicare con quelle noiitiche non immediate. E la Germania, acoonsentendo moratoria politica, fornirebbe un corrispettivo delle concessioni fattegli in materia di disarmo. MONTREAL, SABATO, 10 DICEMBRE 1932 - ANNO X ': Ma i1 patto di Locarno é state messo fin qui scarsamente in valore. Esso'é rimasto un pro- toeo1lo passato agli archivi, piut- tostoché una realm politica viva, efficiente. Locarno, insomma, implicava uno stretto accordo fra le quattro Potenze. Francia, Germania, Inghilterra, Italia. La prima coppia rinunciava alle ini- micizie passate; 1a seconda ga- rantiva che 1a rinuncia sarebbe stata mantenuta. Ora, é notevo- lissimo Che nel discorso di To- rino Mussolini abbia fatto pre-) cisamente appello a1l'aceOrdo delle quattro Potenze. E' eviden- te Che un simile accordo é condizione necessaria, ma altre- si, possiamo affermare, sumtien- te per una paeitieazione eurdpea. Esso signifieherebbe 1a Locamo principio dell'uguaglianza di di- ritti, non dovrebbe sentire yur- genza di un conguagliamento materiale immediate tra gli ar- mamenti suoi e quelli francesi. Il padre della vittima, Giovanni, e la madre Mariantonia Rossini, hanno ricevuto commosse attestazioni di solidarieth e di simpatia da parte di numerosissimi italiani e francesi che hanno voluto in tal modo stigmatizzare I'op'era criminale dell'antifascismo. Durante 1e indagini che la Polizia di Lione conduce attiva- mente per rintracciare i criminali tuttora latitanti, is risultato che giis da tempo era stata decisa la soppressione del Di Mauro, se- gnalato in un foglio Oolante con altri camerati alla bieca ferocia del comunismo sanguinario. ANTONIO DI MAURO era nato a Roeeasecea i1 14 aprile 1913; ail'etis di dieci anni era venuto in Francia con la famiglia: Ima famiglia esemplare di lavoratori che per le sue virtil si era acqui- stats. la stima e la simpatia dell'ambiente operaio di Liane. La prestanza fisiea del Di Mauro lo aveva reso popolare tra gli sportivi di Lione, e intorno a lui si riunivano i giovani italiani, e spesso anche gli stranieri attratti dalla eordialitix dei suoi modi e dalla sua bravura atletica. Egli era riuscito vincitore di tutte 1e gare sostenute con i boxeur di Lione ed anche con i campioni francesi di Parigi. ll suo maestro di boxe, Signor Giraud, si era sempre espresso nel mode pit) lusinghiero sul suo giovane allievo, assicurando che egli avrebbe anche potuto aspirate ad una bril- lante carriera sportiva. ANTONIO DI MAURO invece preferiva dedicare allo sport soltanto 1e sue ore libere, rimanendo buon operaio sull'ésempio di suo padre e di tutta la sua famiglia. 11 Comm. Piero Parini, Direttore Generale degli Italiani al- I'Esterq, recatosi espressamente da Roma ai funerali, pronancid dinanzi a1 feretro fiere parole di indignazione per l'orribiie delitto, e fece l'appeuo del camerata estinto; la folla unanime rispose: Presente ! Fervidamente italiano,- egli aveva sempre voluto rimaner tale, ed aveva partecipato alle colonic estive degli ultimi anni. Era quindi noto anche ai nostri avanguardisti provenienti da altre sedi aWestero, e tigurava insciritto all'Associazione iugilistica ita- liana. II 6 Novembre, qualche ora dopo la cerimonia commemorative del Decennale della Marcia su Roma, il Di Mauro si trovava in un locale pubblico di Lione con alcuni suoi compagni, tra i quali i1 gidvane franéese T.1tuis. Aggredito alle spam? da sisriurtiiaseisti, i1 di Mauro si disponeva a risporidere prontamente ai suoi aggres- sori, ma nello stesso tempo venne colpito a morte al fianco e cadde nel suo stesso sangue. La morte tteil'avanfuardista produsse una grande impressio- ne e un generale compianto tra i numerosi lavoratori italiani che abitano nei sobborghi operai di Lione, e particolarmente in quello di Villeurbanne. Ai funerali parteciparono masse enormi di po- polani, che accompagnarono la salma tra i singhiozzi della fa- miglia e di coloro che avevano conosciuto ed amato i1 giovane Di Mauro. ANTONIO DI MAURO 'ULTIMA vittima dell'antifascismo aWestero é stato i1 giovane Antonio Di Mauro, barbaramente ucciso i1 6 Novembre 1932. * _ m -___~-_-Q----.~ Dli0 et PATRIAE Toma a farsi viva, eoll'avvi- icinarsi delle scadenze, la que- stione dei debiti coll'America. Si nota in Francia un forte movi- mento nel sense di non pagar nulla; movimento, che tsari1 giu- sto e opportune, purché sia ac- compagnato dalla ehfara nozione della politica generale europea che alla Francis. conviene di se- guire. Pii1 che mai 1a tesi musS0- liniana del colpo di spugna ie di attualitia; e anche qui il discorso di Torino non ha mancato di rivolgere all'America I'appellb opportune. L'Ameriea Io aseolte- rk tanto pm tacilmente, quanto pifl I'Europa si mostreriy paeiti- cata e concorde e con un effet- tivo, largo disarmo, tornirk 1a prova concreta e, al tempo stesso, 1a garanzia di questa sua con- cordia e pacificazione. politica e morale, Che tinalmen- te prende il pesto di quella pu- ramente protocollare. MARIO MISSIROLI