Angelo Principe' Italian Canadian Digital Newspaper Collection

L’Araldo del Canada, 29 Apr 1933, p. 1

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r- Quei cinquantadue primi Fa- scisti dell'adunata di piazza San Sepolcro a Milano erano ancora 1111a mlnoranza, ma quando yi- dea (3 mobile e grande, il numero non conta. La storia d'Italia, nel- le sue epoehe pifl eroiche g stata sempre guidata da pochi gene- rasi: é il nostro vanto, 1a tra- dizione gloriosa della nostra gente. La sua volonta era ferma co- m'era grande il sun cuore; pa- reva Che nessuna luce rischia- rasse ancora I'orizzonte d'Italia, ma 1'alha della nuova giornata stava per spuntare; nel tam- mento di tutte 1e vecchie ideo- logie Che avevano promesso u- guaglianza universale, telicitiy a buon )mercato per tutti, patria comune senza nome e senza sto, ria, nasceva una nuova idea, che non prometteva nessuna Cueea- gna, imponeva sacrificio e di- sciplina, ma ridava un'anima e una coscienza alla Patria stre- mata e avvilita per fame una salda e potente nazione. ll 23 marzo di quell'anno ta- tale riuniva per la prima volta intorno a sé i suoi primi fedeli - cinquantadue soli, ma quella piocola schiera era 1'avanguardia del grande esercito nazionale - e fondava i Fasci di combatti- mento. Breve il programma, ma grande I'idea: it Tutto ciis che pub rendere grande il popolo italia- no -- diceva alltora Mussolini --_- mi trova favorevole e, viceversa, tutto ciis che tende ad abbassa- re, ad abbrutire, ad impoverire il 'popolo italiano, mi trova con- trario ly. , , Ma sopra l'incoscienza dei vili e dei negatori d'ogni pin sacro sentimento, un Uomo serbava ancora intatta e tiera la sua fede nell'idea della Patria: Benito Mussolini, che ritornando ferito e mutilate dalla trincea a1 suo nPnro pesto di battaglia, alla =irtrsissecirigrr2%mtirrdGtalia,: il giornale che aveva voluto la guerra nel 1915, proplamava ora: ela neeessitis di dare un conte- nuto sociale alla guerra, non solo per ricompensare 1e masse Che avevano difeso la Nazione, ma per legarle anche per l'avvenire alla Nazione e alla sua pr0spe- ritisrr. Tutti i valori morali erano in- vertiti: ohe esaltava la Patria era chiamato pazzo e i nuovi ribelli comandavano bestenuniando i1 sacriticio dela nostra guerra di reder.zione e eoprendo di insulti chi I'aveva compiuta. Fiamme sinistre e paurose di guerra civile cor- revano pei nostri paesi devastando e straziando ogni sentimento piio sacro. Eravamo in balia dei cosidetti passionali della libertis: liberty ch'era il paravento di tutte le piil stupide antbizioni, libertit ch'era soltanto un bel grido per mascherare gli egoismi di gente in mala fede pronta a far guerra a tutto il mondo fuor che al proprio comodo e al proprio interesse. 23 marzo 1919: era il tempo piio tragico del triste dramma del dopoguerra italiano. L'Italia, Che aveva vinto dopo tre anni di ardua lotta gloriosa i nemici di fuori, stava per essere avvilita e disfatta dai nemici di dentro. .z..o-0-0-0.0.0-(_0.n-0. -l_l.:4 ANNO XXVI No. 17 llllh1lllh1lalll)()ona0l0lAl)A C-o-----"---'-- .t. 2a Marzo 1919 IE0 et PATRIA E Costituisce infatti una mostra assolutamente originale quella ordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche che, sotto la gui- da di Guglielmo Marconi e con la tyollaborazione attettaosa di tutti gli organismi universitar, scientific, ed intellettuali, ha saputo raccogliere un materiale documentario assolutamente pre- zioso, attraverso il quale brilla Tra 1e molte COM? che il mondo civile ottririt all'Esposizione di Chicago a documentazione delle risorse naturali, delle industrie e dei progressi scientitici di ogni Nazione, non v'é dubbio che queue italiane desteranno negli americani grande interesse, sia per l'originalitiy del materiale e- sposto e sia per i rifiessi che la eivilti italiana ha avuto in ogni tempo sugli altri paesi. L'ltalia all'Esposizione Mondiale di Chicago h Cesare a Marconi: venti secoli di primati sdatifid q lo - diceva Mussolini - ho una immensa fiducia nel popolo italiano, nelle sue virtil di razza e nelle sue opere future. Noi sia- mo i conibattenti del meriggio grigio, ma siamo certi che l'au- rora luminosa ritornerh ly. morire Che importava se proprio al- 1ora, nella inquieta Primavera gs; i919,u1a~hasttaaglia centre la nuova fede della Nazione si ta- ceva piis accanita e pm feroce? Il Fascismo non era soltanto un nuovo partito politico; era la coscienza e la volonta di 'tutta Yrtalia Che voleva vivere e non Quel manipolo che si racCo- glieva intorno a Benito Mussoli- ni etedeva nella rinascita del- l'Italia contro la forza- cieca del numero: era la storia Che muo- veva contra 1a misera cronaca quotidiana, 1a stirpe di Roma Che s'imponeva al gregge degli sbandati e dei senza patria, era I'avvenire di ricostruzione e di dignité nazionale contro tutto un passato di viltiy e di vergo- gna. ' Essenza e spirito d'una mostra Peee.ePi'e"i?he1h"= TORONTO Telefono: CReseent---8445 _ Da "Il Tamburino" Bollettino Italo- 111 Elm St. Ma a noi italiani questa docu- mentazione ottenuta mediante 1a ricostruzione dei cimeli e me- diante 1a riproduzione fotogra- fica di antiohi testi 0 di docu- menti originali, fa risorgere un vivissimo sense di orgoglio per- ché oggi é tinalmente possibile oompiere una rivendicazione piena e totale di una serie di primati che per troppo tempo erano stati misconosciuti o ne- gati. Dane eiviltil preistoriche alla eiviltk romana, dal ritiorire delle arti e delle scienze nel Medio Evo alle oonquiste realizzate in in questi ultimi anni, da Cesare a Leonardo e a Marconi, insom- ma, la genialitiy della stirpe si riatterma poliforme e precorri- trice, onde é cosa sieura ritenere ohe gli americani e con essi tut- to il mondo renderanno onore a questa chiara rassegna. di nuovissima luce il genie ita- liano. ' Il mercato di Sant'Antonio sari ben presto in piena attivitic I locali di macelleria, i chioschi per grutta e legumi sono quasi terminati. Cie ancora qualche posto disponibile. Sin da sabato rrorso i1 mercato Sant'Antonio viene visitato da centinaia e centinaia di persone. Canad ese " "UL 1906 ONT TRA BREVE IN PIENA ATTIVITA' MONTREAL, SABATO, 29 APRILE 1933 - ANNO XI I cimelii Che vengono da Mon- te Bego, un Iuogo quasi inacces- sibile della montagna ligure, ci parlano della civiltil di una raz- za che pOpolava tutto il bacino Siamo naturalmente a qual- che millennio avanti Cristo ed andiamo ancor piil nella notte dei tempi con 1e testimonianze della civiitis paleolitica e neoii- ttea della Liguria che é assolu- tamente precedents a quella sto- ricamente nota. La documentazione incomincia con i cimelii delle piil remote civilta italiane: ossia con quella terra-maricola, messapica, pree- trusca e protosarda. E' una bella e grande batta- glia che si Vince in nome di quelli che sono morti in miseria o a cui furono tolti meriti ed onori e che ven-gono iscritti dal- 1'Italia di Mussolini nel libro d'oro della Patria. Le remote civiltiy italiane . _ 0.. .0...-u.o.u-u-.-o.o.u-u.u-..;. o--------- o Erano invece espertissimi ton- ditori i primi abitatori della Sar- degna, coloro i quali, eioé, co- struirono i nuraghi destinandoli a depositi di armi e come capo- saldi per la difesa dei loro vil- laggi. A parte i modelli dei tre nuraghi pit) caratberistici, la Mostra ci ottre una collezione di ventitre utensili ottenuti per fu- sione del bronzo o interessanti I terramaricoli inverse, che abi- tarono in villaggi costruiti su palatitte in luoghi paludosi, e soprattutto in quella ch'é oggi la Val Padana, ei diuu10 testimo- nianza della loro eiviltil attra- verso strumenti di ogm' forma attestanti anche 1a loro conc- scenza dell'arte del fondere '1 metalli. DEG et PATRIAE del Mediterraneo e Che restata sommersa per 1e invasioni di al- tri popoli, continub a vivere in piccoli nuclei. (Seguito alla Pagina 2)

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