Angelo Principe' Italian Canadian Digital Newspaper Collection

Il Lavoratore, 6 Mar 1937, p. 4

The following text may have been generated by Optical Character Recognition, with varying degrees of accuracy. Reader beware!

- Infatti non si tratta di una pré- I de potenza, dichiar6 il maresciallo. Sot- - to il nuov6 governo, prepotenze non' con ne possono phi succedere. Si trat-lhatl ta di un atto Iegale, legalissimd ...(ho Anzi Si tratta di un favore Che Ielprc autoritii han voluto fare a Fonta-lque mam . . . "W" -- Se Si trattasse di una prepoten- za, rispose subito l'Impresario, pote- te star sicure che saprei io come re- primerla. Finché io sar6 capo del co- mune, prepotenze non ce ne saran- no. Tanto meno contro dei lavoratori dome i Fontamaresi . . . Ma in que- sto caso, non si tratta di una prepo- tenza . . . Maresciallo, spiega tu di che cosa si tratta . . . Dal gruppo degli invitati si fece avanti il maresciallo dei carabinie- n': . Marietta Soreanera si fece avanti, mise una mano sul cuore, all'altez- za della. medaglia e con parole molto ricercate parl6 della birbonata dei can tonieri, i quali volevano diviare il cotso del n1scello oli Fontamara. - Noi siamo certo che le Ioro si.. gnorie penseranno a punire i canto- nieri per la loro prepotenza, conclu- se Marietta. Rimettemmo i mattoni al loro po- sto ed entrammo nel giardino della villa. Da una parte ci disponemmo noi, dall'altra si pose l'Impresario, attorniato dai suoi invitati ubbriachi, ai quali non era ancora del tutto passata 1a paura. . . . Sono qui per darvi tutte le spe- gazioni Che volete . . . - Cosa volete fare con i miei mat- toni? ci domandi5. I mattoni sono miei b voi non potete prenderli nep- pure per lapidarmi . . . D'altronde non c'é nessun bisogno di lapidarmi - PUNTATA IX - All'improvviso sentimmo la voce dell'Impresario dietro di noi. La sua TOCC era calma. ms 'm""-'""""""'?--"""-"-"-,-,.--,: ti-fasciste, senza eccezione, si erano per la prima volta unite ehiedendo appunto l'amnistia. E" sul terreno as- sistenziale Che si ebbe un primo em- brione di Frame Popolare italiano. II Socoorso Rosso italiano e il Fon- do Matteotti avevano costituito un'u- nico comgne Comitato per meglio condurre l'azione in difesa delle vit.. time. Queste due organizzazioni es- sieme al Partito comunista d'Italia, al Partito socialista, al Fronte Unico, alla Associazione Franco-Italiana degli es-Combat-ti, ai patronati, avevano firmato il manifesto del Co.. In occasione del decimo anniversa- rio delle leggi eccezionali, la cam- pagna per l'amnistia in Italia ha pre- so degli sviluppi preoccupanti per il governo faseista. Nella sola Francia un appello lanciato per iniziativa del Comitato Internazionale di Aiuto a1- Ie vittime del fascismo italiano per la liberazione dei prigionieri politi- ci italiani; otteneva due mesi fa la firma delle piti importanti organiz- zazicni politiche del paelse: la C. G. T., il Partito comunista francese, il Mo.. vimento "Paix et Liberté", il Soc- Corso. Popolare di Francia, Ia Lega francese dei Diritti dell'Uomo, ecc. Successivamente, in un comizio alla Mutualité, Bayet portava l'adesione del Fartito radicale. L'adesione in- candizionata di questi movimenti alla nostra campagna non poteva non ave- re delle ripercussioni anche in Italia, quali che fossero le opinioni contra. rie di certi scettici. Anche in altri paesi la nostra campagna per I'am. nistia si fece sentire. In particolare rregli Stati Uniti d'Ameriea. E ttel campo italiano, che cosa av- ....Ci si permetta di non credere al puro e semplice "atto tradizionale". Mussolini ci ha troppo pbituati a ve- dere calpestate tutte Ie tradizioni del nostroyaese perché possiamo cre- dere che tali gesti siano dettati a lui dal Solo desiderio di non rompere con una tradizione. La veritzi, a nostro parere, é tutt'altra: noi non pmssiamo non riconoscerc nella amnistia testé promulgata una Vittoria della solida- rieté internazionale che con voce sem- pre phi grossa. da ogni parte del mon- do chiedeva da tempo con insisten- za la literazione dei prigionieri pb- litici italiani. Vittoria parziale, come vedremo, poiché altri italiani e nu- merossimi rimangono dietro le sbar.. re delle' prigioni del nostro paese. ....Un'amnistia é stats. promulgata in Italia in oeeasione della nascita di un altrd Vittorio Emanuele. Non ab- biamo avuto ancora la possibilith di vedere i1 testo precise del decreto, ma dalla radio abbiamo appreso che tale decreto stabilise Pamnistia per tutti i reati comportanti Dene fino a tre anni di pena per i condannati fino a 10 anni e quello di quattro an- ni per i condannati e pene 'superiori. Atto fradizionale, dirai qualcuno. Se mai il solo rilievo che pu6 esse- re fatto é che tale amnistia é meno Iarga di altre concesse nel passato in oeeasioni simili. ll sigiifitaio tlltgf'ammistiitt Pag. 4. Fontamara Romanzo di I. Silone l. Sot- -- Queste donne hanno ragione, 1e non'continué l'Amieo del Popolo. Esse we hanno diecimila volte ragione. lo le :16 . .. ho sempre difese e le difender6 sem- :he 19' pre . . . Che cosa vogliono, in fondo, F'onta-3 queste donne? Vogliono essere ri- j. 'spettate . . . Quello che salv6 I'Impresario, fu [don Circostanza. E - Queste dome hanno ragione, si Imisc a urlare. Hanno dieci volte ra- lgione, cento volte ragione, mille vol- !te 1agione . ' . Noi tacemmo di colpo. Don Cir- costanza prendeva 1e nostre difese e noi sapevamo che egli era un gran- de avvocato. --,Non vogliamo phi sentir chiac- chere, gridavamo. Basta coi discor- si. Ogni vostro discorso é um imbrov glio. Basta coi ragionamenti. L'aequa é nostra e resterk nostra . . . Ti mett-iamo fuoco alla villa, il fuoco, il fuoco . . . ll maresciallo voleva aggiungere ancom altro, ma noi glielo impedim- mo. Noi sapevamo bene in che mo- do la sera precedents un certo cav. Pelino aveva scritto i nomi dei Fon- tamaresi su dei fogli di carta bianca. - Imbroglioni! Truffatori! Specu- latori! . . . ci mettemmo a protesta- re. Studiate tutte le Ieggi per ingan- mare la povera gente'. Bisogna finirla con queste petizioni false '. .. . . L'impresario cerc6 di aggiungere qualche cosa, ma invano. Ecco bi una petizione firmata da tutti i contadini di Fontamara, tut- ti , senza una sola eccezione . . . La petizione chiede al governo nell' "interesse superiore della produzio- ne" il ruscello venga deviate dalle terre insufficentemente coltivate dai Fontamaresi verso 1e terre del ca- poluogo "i cui i proprietari possono dedicarvi maggiori eapitali". I""vii'trsiii/.""'r"r "riidg .rgriFiFifiihit Caeci6 di e eontinu6: Per noi italiani una grande lezione ei viene dall'amnistia, da questa pri- ma nostra Vittoria comune: uniti tut- to Si pu6 ottenere. Continuiamo quindi ad essere uniti, rinsaldiamo i 1u?sftiltgyni,, per le altrg imnutteahile, Importante documento di G. Facci di San Francisco California, sulia propaganda fascista nelle seuole ita- liane in America che pubblicheremo nel numero speciale dell'anniversario de "Il Lavoratore". Raccomandiamo a tutti i nostri riven- ditore e organizzazioni operaie di fare richiesta di un maggior numero di copie. Noi rihgraziamo i nostri fratelli stranieri per l'aiuto che ei hanno pre- stato fjno ad oggi e siamo certi di poter contare su di loro anche domani. Un ringraziamento particolare ai due migliori amici dei nostri carcerati: Romain Rolland e Jean-Richard Bloch. ITALIAN SCHOOLS IN AME.- RICA ARE PROPAGANDA MILLS FOR FASCISMO 'La lotta cosi hen iniziata deve con- tinuare. Non dobbiamo e non pos- siamo contentarci di questa prima Vittoria. Da essa dobbiamo trarre in- citamento per ottenerne altre che pu- re sono attese del nostro popolo e non siano cosi limitate t per l'amni- stia totale e incondizionata, per la soppressione del Tribunale Speciale e delle leggi eccezionali, soppressio- ne che sola dark la garanzia che l'amnistia non sia una farsa. In Italia gli innumerevoli arresti di operai colpevoli di over manifesta. to la loro simpatia alla Spagna re- pubblicana, avevano cream un fermen- to senza precedenti nella popolazione. Gli operai fascisti stessi, che avevw no vista tanti dei loro campagni col- piti per aver manifesto delle opinio- ni non "conformiste" sulla guerrn di Abissinia prima, su quella spagno- la poi, volevano l'amnistia. ll mnlcon. tento 'cresceva, il popolo voleva Pam. nistia, la chiedeva. E l'amnistia do. vette cssere wncessa. La nascita del Principe non fu che un pretesto. Mussolini non poteva mostrare -di cedere alla pressione del- le masse...... Ma 1e masse mm si in- gannano quando vedono nell'amni- stia una Vittoria loro. Naturalmente questa Vittoria non é che parziale. Vedremo nel prdssim-o futuro quale sia la sua entité rea- le. Un fatto resta fissato fin d'ora: il numero di coloro che malgrado l'amnistia rimarranno in carcere é ben pits grande, ahimé di quello di coloro the saranno rimessi in liber- ti. Non sono pochi anni di ammistia che possono far uscire Tonini che il Tribunale Speciale condannava i1 me. se scams a 30 anni. mité Rolland-Bloch, In tutta l'emi- grazione italiana e sopratutto in tut- ta la popolazione all"mterno del no- stro paese, la parola d'ordine della amnistia diveniva dl Pitt in pid po- polare. tasca an fascio di fogli Don Ciccone, don Cussavascio, don Tarandella, don Pomponio e il mare- sciallo, riavutisi dalla paura, si mise- ro attorno all'impresario per suppli- una sola, uniea soluzione .. . Bi- sogna Iasciare a1 podestis i tre quar- ti dell'aequa del ruscello e i tre quar- ti dell'aequa che resta, saranno per i Fontamaresi . . . Casi gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioé, un p6 di pill della meté . . . Questa é la sola, unica soluzione possibile . . . Capisco the la mia proposta danneg- gia enormemente il podesté, ma io faccio appello al suo buon cum-e di filantropo e di benefattore, abituato a dare senza mai nulla ricevere . . . Quando don Circostanza ebbe finite di parlare in nostro favore, vi furono varie p r o p o s t e di compromesso. Una proposta fece il canonico don Abbacchio, un'altra il notaio, un'altra il collettore delle imposte. Ma erano proposte impos- sibili perché non tenevano conto del- le quantité d'acqua del ruscello e de- gli usi dell'irrigazione. L'lmpresario non diceva nulla. La- sciava parlare gli altri. La vera soluzione la present6 don Circostanza. Queste donne dicono che 1a metd del ruscello non basta per irrifare 1: loro terre. Esse vogliono pid délla meth, almeno credo di interpretare bene i loro bisogni . . . Esse hanno ragione, dieci volte ragione. Esiste - Vogliono essere rispettate e noi dobbiamo rispettarle, continua don Circostanza, perché csse meritano il nostro rispetto. Queste donne non\so- 'no prepotenti. Esse hanno capito che la legge é contro di Ioro, e non vo- gliono andare contro Ia legge . . . Essa vogliono un accordo amichevole col podestii. Esse fanno appello al buon cuore del podesté . . . Esse non fanno appello a1 capo del comune, ma ai benefattore, a1 filantropo, all'ami- co de popolo, che alla nostra terra, tutto ha dato senza nulla ricevere. . ' E' possibile un accordo? . . . Certa- mente. La storia di queste pratiche, da quando in Ispagna é scoppiata, la guerra civile , é del resto sempre la stessa. La Francia propone che non _ Si interverga in quel vespaio; l'fnghil- l terra - che dietro le quinte tira i fill del non intervento - aderisce. Le due potenze fanno appello agli altri Stati .Fra questi, alcuni rispondono subito: "Eecoei pronti". Roma e Ber- lino - e Lisbona - menano invece il can per l'aia. Tirano fuori delle ecce- zioni, accampano delle pretese che sanno inaccettabili in diritto e infat- ngg Tr" §_intanto fanno dirie alla lore stampa, a gran voce, che Efln9, esisi, i gpyerpi a'riesssiear.tatitmrt*8t.trettsair- togallo, che vogliamo i1 non interirento e che invece a non volerlo sono i go- verni di Parigi e di Londra. Nel frat- tempo essi danno al ribelle Franco tutti gli aiuti materiali e tutto Yap- poggio morale di cui egli ha bisognp per vineere. Aiuti-e appoggi che Ro- ma 6 Berlino e Lisbona non hanno il coraggio di ammettere apertamente - almeno nella Ioro integrité -. ma che non sono per questo meno impor- tanti. Nessuno puto dubitare neanche un millesimo di secondo che Mussolini e Hitler hanno inviato in Ispagna delle dieeine di migliaia di uomini,! - E' vero, 6 molte di noi. GINEVRA, (Viator) - Chi segue 1e vicende delle pratiche che si svel- gono fra lt diverse cancellerie a pro- posito del non intervento in Ispagna, e vede la tattica adottata dai governi di Roma, di Berlino e di Lisbona, non pu6 sottrarsi all'impressione che i go- verni di Roma, di Berlino e di Lisbona prendono ostentatamente in giro i go- verni di Parigi e di Londra. Non, per fortuna, quello di Mosca che li paga della loro propria moneta. LA DEPLOMAZIA DEMOCRATICA SI LASCIA CANZONARE ANTIFASCISTI DELLA BRIGATA INTERNATIONALE SUL FRONTE DI MADRID vero! interrompemmo "IL LAV0RA'r0RE" Nei giorni seguenti i cantonieri, dolo tempo sieuramente perso, quam sotto la scorta di due carabinieri, to di accapparrarsi, a danno deg] ripresero a scavare il fosso che dow altri cafoni, i migliori turni della poca va portare una parte della nostra acqua che sarebbe restata. Al tempo acqua nelle terre acquistate dall'1nr. delyirrigazione mancavano ancora al- Quello che successe poi, ve lo rac- conter2 mio marito. (In realtii, nessuna di noi aveva capito in che cosa consistesse pra- ticalmente l'accordo stabilito). Dopo di che noi ci rimettemmo in cammino per tornare a casa. Dopo essersi fatto molto pregare, l'1mpresario cedette. Fu portato un foglio di carta. II notaio vi scrisse 1a formula del compromeSSO che fece firmare al- I'Impresario, a1 maresciallo dei cara- binieri e a don Circostanza, come rappresentante del popolo Fontama- rese. Spigna) riceve degli aiuti dalla 1ps/irir-- eia e da altri paesi sotto forma di mi- liti e di armi. Questi aiuti esso li ri- ceve -.r.-r- quanto ai paesi dell'Europa occidentale - da privati. E' in via privata che volontari di tutti i paesi affluiscono nella Spagn" per sostenere il governo demoerariro attaccato dai ribelli sostenutti dal fa- scismo di tutto il mondo. E sono pri- vati quelli che vendono armi a1 go- verno di Valenza. Che cosa si preten- de: che mentre Mussolini e Hitler ar- mano potentemente Franco, tutto il mondo si imponga il dovere di non carlo di sacrificarsi in nostro favo- re. Anche il Pensatore, dopo aver un p6 riflettuto, si associé alle loro esortazioni. Cosi si fa la guerra, senza aver Ya- ria di farla: si arma e si sostiene un partito nel paese che si, vuol conqui- stare - di fatto almeno, se non an- che di diritto ..r..r- e a cose fatte si tro- veranno sempre dei diplomatici "re- alisti" che crederanno buona politica inchinarsi davanti al fatto compiuto. Il giuoco 6 cosi comodo che, dopo il suceesgo di un'avventura di qnes-'h genere, gli avventurieri ne comincia- no subito un'altra . . . "usque ad fi nem", Non ci venga a dire 1a ipocrita di- plomazia di Mussolini e di Hitler elrs anche il governo di Valenza (definia- mole put c)osi, mamoi lo chiameremo senza considerate le armi e i mezzi meccanici che nelle guerre d'oggidi hanno una immensa portata nel sue- cesso delle operazioni belliche. Nes- suno pu6 dubitare neanche un attimo che Mussolini e Hitler sono, fin dalla vigilia della insurrezione spagnola, d'accordo coi generali ribelli e con tutti gli spagnoli loro sostenitori, im- pegnati quindi a favorire la loro vit- toria. La Gamma Lavoratora CAPITOLO III. Fra poco, gia' lo sento, faro' un ovo : ma visto che 'sto popolo de matti preferisce le ehieeehiere a li fatti, je lo vojo scoeeia' mentre lo covo . . . Anzi, pe' fa' le cose co' giudizzio, lo tengo in corpo e . . . . chiudo l'esereizzio! Io, invece, che je caccio un ovo ar giorno, e Dio sa eo' che sforzo personale, io che tengo de dietro un capitale nun cio' nessuno che me venga intorno, nessuno che m'apprezza e che me Ioda la mereanzia che m'esee da Ia coda ! ma oggigiorno la bestia che sa mette quattro parole assieme sta a eavallo : t'abbasta d'apri' bocca e daje fiato pe' mette sottosopra er vieinato. Una Gallina disse ar Pappagallo : - Tu forse parlerai senza rifrette, A dir la verité, nessuno di noi si preoccupava tanto di continuare a 1i- tigare con l'Impresario, eonsiderarv. dolo tempo sicuramente perso, quan- to di accapparrarsi, a danno degli altri cafoni, i migliori turni della poea La nostra scarsa istruzione ci im- pediva di capire come l'aequa po- tesse essere divisa in due porzioni di tre quarti ciascuna. Le stesse donne che avevano accettato il patto di di- visione, non erano d'accordo nel rife- rire in che cosa, praticamente, consi- stesse: alcune affermavano che l'ac- qua sarebbe stata spartita in due parti uguali, altre che Fontamara ne avrebbero conservato una quantité maggiore della met2 e cioé tre quarti e il generale Baldissera, infine, voleva convircerci che i tre quarti si rife- rivano alle fasi lunari e le terre del- l'Lt1presario nelle tre fasi seguenti, e cosi di seguito. Cosi essi continuano i1 loro gino- co - e le diplomazia democratica si presta generosamente ad essere canzo nata. Se Franco, potentemente aiuta- to dai governi fascisti, guadagnasse la partita, il Comitato di Londrra passe- rebbe gli atti agli archivi e i rappre- sentanti dei governi democratici tor- nerebbero a casa loro, becchi e basto- nati, con una "fregaeura" di piti al presario. Ma, esattamente, quanta parte? Mussolini ed Hitler sanno bene che nessuno pu6 creder loro. My essi con- Lanqmgllzllzaéonvemione--ddla--Kemhia- diplomazia - che essi disprezzano _ Ia quale consiglia di ppendere atto anche dei pretesti, valorizzandoli, in- vece di denunciarli all'opinione pub- blica. In realté Paffermazione che i go- verni fascisti aiutano il governo di Va- Ienza - anche se giuridieamente reg- gesse - é im evidente pretesto. Tan- to evidente Che bisognerebbe essere cretini per non vederIo. Cys Mosca. A Mosca il governo di Valenza trova degli appoggi anche uiu ficiali. Mosca ha detto qual'é la sua condotta e l'ha detta chiaramente e lealmente: "vogliamo adottare una politica di non intervento? Eeeomi qua. Ma io non intendo che intanto che si prendono degli impegni, Roma e Berlino 1i infrangono, immobiliz- zando noi per favorire meglio l'impre- sa di Franco". Non c'é bisogno di essere comunisti per trovare che que- sta é logica. della p1Y1 diritta. vendere armi al governo di Valenza? I govemi in tutto questo non hanno nessuma parte, I governi - intendia- mo dire - di Parigi. e di Londra. Non cosi si put, dire dei governi di Ro- ma e di Berlino che aiutano "uffieial- mente" le forze di Franco. TRILUSSA. Vi furono alcuni ferimenti gravi. Michele Zompa perdette quasi un'in- tera natiea per un coIpo di roneola da Giacobbe Losurdo; Baldovino Ccia- rappa ebbe Ia testa spaeeata come una anguria; Antonio Ranocchia ebbe un braccio fratturato da suo cognate. Tra me e Ponzio Pilato le cose minac- ciavano di andare molto peggio, in quanto nessuno di noi era disposto a sacrificarsi per l'altro e ambedue, ostentatamente, andavamo a lavora- re accompagnati dai rispettivi figli e armati il phi che si potesse. Incan- trandoci non ci salutammo phi, ma ei guardavamo in modo da confer. marci scambievolmente che la dis- cussione non poteva essere evitata. ---Contittua.- Nell'andare e tornare da Fucino, le zuffe tra cafoni Fontamaresi per la questions dell'acqua prendeva o- gni giorno un aspetto phi violento. Dalla piazza del mercato a Fucino, secondo gli appezzamenti, bisognava percorrere da dieci a quindici chilo- metri, che si aggiungevano ai quattro ehilometri fatti per arrivare al capo- Iuogo. Lo stesso tragitto bisognava ripetere ogni sera per tornare a casa. l In quell'epoea, in maggioranza, noi {andavamo a lavorare a giornata a "Fueino. Dovevamo aIzarci di mattina alle tre e trovarci sulla piazza del mercato del capoluogo prima che na- scesse il sole, ed attendervi che qual- cuno ei offrisse del lavoro. Un tem- po solo i cafoni pifs poveri erano co- stretti ad andare sulla piazza del mereato, ma erano sopravvenuti brutti tempi per tutti. La poca term che ogni cafone possedeva, era vin- colata da ipoteche e rendeva appena per pagare gli interessi dei debiti. La maggiore affluenza di cafoni sulla piazza del mercato era stata sfruttata da i proprietari o dai grossi fittavoli per diminuire i salari. Per quanto bassi fossero, vi erano sempre dei ca- foni i quali li accettavano per fame. Molti arrivavano al punto di offrirsi senza ehiedere che fosse subito fis- sato il salario, disposti ad accettare qualunque miseria. . ll guaio é che 1a fregatura sl in- scriverebbe anche nel passivo di tutta l'umanitii. cune settimane, ma le zuffe e le dis- cussioni cominciarono subito. Ioro passive. In fin dei conti, quindi, il menti- tore ii state Mussolini, non noi. GIOVANNI 2risT'"nre-i7-iTii.k -Trmes",- firm) if stampa, quanta il governo confessa- no che d'allora i prezzi Bono saliti del 7-10 per cento ed in certi casi (lama, olio, sapone, burro, frutta, eeeettera, tutti generi di prima ne- cessité) "molto di Pitt". 't"La "Casa d'Italia" -- Dice tt Console Generale Petrucci nel sun discorso inaugurale della "Casa fa. scism" - dovré ospitare 1'istituto di cultura Italo-Canadese. Questo sa- rti chiamato l'istituto di cultura Ita., lo-Canadese. Questo sarfr chiamato a compiere un'opera di irradiuzione della superioro cultura italiana in tutto il Nord America. Niente dime. no.') Quest'itituto dovrti anche ser- vire ad istruire i canndesi sull'assen- " del fascismo, per rintuzzare um volta per sempre l'opera dei nostri amici, che si ostonano a pox-re fasci- smo e comunismo sulla stesso piano, per riVersare sul primo tutto l'odio e il disprezzo che genera il secondo." -...E' quello che noi abblamo sempre affermato: La "Casa del faseio" serve come mezzo di propaganda. G.. scista. Ne prendano nota gli illusi. Quando, solo alcuni mesi or sono, n governo italiano decretava la sva- Iutazione della lira, noi dichiaravam- mo che lo masse lavoratrici avreb- bero fatto le 'spese di questa misura poiché il loro salario reale sarebbe diminuito in proporzione all'inevita- bile aumento dei prezzi e del costo della vita che ne sarebbe seguito. Da certe parti si alzarono delle voci dissenzienti ohe cercavano di dimo- straw il eonfrario citando un procla- ma del governo rassicurante i con- sumatori Che i prezzi sarebbero rima.. sti sullo stesso livello. Sond passati, come dicemmo, so- lo alcuni mesi, ed ora, a detta trien- tedimeno dell'ineffabile Signor Arnal- do Cortesi, corrispondentp da Roma tl Commendatore in parola, conc- sseiutissinu, da tutta la colonia ita- Iiana delI'Ontario e del Quebec per uno che ha sempre sfruttato fino al. 1'ultima goccia il sangue dei nostri connazionali, che a mala pena furono costretti a vengere la loro forza la.. voto in cambio di una misera paga, si farebbe certamente phi onore se trattasse con mezzi pm umanitari l suoi operai. Dicono le male lingue che un cer- to Commendatore abbia versato la somma di $500,00 alla scuola "italia- na" di Toronto. Si dice anche che la conbricola Tiberina faccia ditutto al fine di assieurare altri quattrini - per la "Casa fascista" .--. dal "ge- neroso" Commedatore aspirante a titoli superiori. F recciate SABATO, 6 MARZO 1937 *

Powered by / Alimenté par VITA Toolkit
Privacy Policy