Angelo Principe' Italian Canadian Digital Newspaper Collection

La Vittoria, 7 Nov 1942, p. 2

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Continua da pug. 1. ta di raggruppare insieme delle forze dissimili, che hanno 1e loro caratteristiche proprie, le loro spe- ciali tradizioni e i loro propri pro- grammi: e sarebbe un assurdo cer- car di renderli uniformi. In que- sto momento decisive, non si trat- ta né di adottare questo o quel programme. particolare, né di eli- minare dai vari programmi tut- to cio' che non é comune a tutti. A1 contrario, ogni gruppo deve conservare la sua assoluta indi- pendenza ed avere il diritto di.potr tare dinanzi al popolo i1 proprio programma e di mantenere la propria libert2 organizzativa. Ma I'unitg deve essere realizzata sulla piattaforma immediate di metter fine alla guerra e allo stato di vassallaggio dell'Italia a 1 1 a Germania; ed ogni gruppo deve fare la sua parte per rendere que- sta unité possiblie, senza cercar di imporsi ad ogni altro gruppo. Lo serivente della lettera, la cui nazionalité non é stata rive- lata, ha detto che nella cittk di Yukiang i giapponesi uccisero un missioniario cattolico Italiano, Pa.. dre Vedrini, e trentacinque orfani cinesi che erano rieoverati nel- Nspizio di cui il Missionario era direttore. I corpi degli uccisi fu- rono gettati in una grande fossa ed i giapponesi appiccicarono i1 fuoco ai cadaveri. ll Comitato Nazionale Italian e Carlo Sforza Chunking/r No. (U.P.) - Una lettera inviata da un Missionario eattolieo residente nella provincia di Kiangsi e resa pabblica ieri in questa capitale, rivela che i giap- ponesi ueeisero la scorsa estate centinaia di cinesi cristiani e nu- merosi preti eattoliei residenti in questa provincia. Una dozzina di Missioni furono incendiate e dis- tmtte dalle truppe nipponiche. Per far passare il problem del- funitii nel seno del Comitato Na- zionale dal dominio dei piani in quello della realtii non bisogna perdersi in lunghi dettagli 0 di- acussioni, poiehé i1 Comitato Na.. zionale non deve essere considers- to come il fine, ma piuttosto co- me i1 mezzo necessario per rag- giungere i1 fine comune. Per quel che riguarda i1 raggiungimento di questo fine supremo dobbiamo tener costantemente gli oechi ri- volti verso i1 nostro paese e non proporci degli obiettivi che rientra- no nel campo del Fronte Nazionale all'interno dell'Italia e che non pos- sono essere risolti fuori d'Italia, ma soltanto attravenso la lotta del popolo in Italia. Il Missionario italiano Padre Vedrini é stato assassinato a Yukiang Mille cristiani cinesi sono stato trucidati nel Vicariato di Yukang II. E' sempre molto pericoloso, per degli emigrati antifascisti, inaugu- rare una politica destinata ad ave- re profonde ripercussioni nel lo- ro paese native con un atto anti- unitario. Ma la cosa (s particolar- meme grave per degli antifascisti italiani, perché il fascismo in Ita- lia é gig al potere da venti anni e la banda mussoliniana sta ansio- samenté cercando di trar profit- to dagli errori dell'opposizione per superare la seria crisi che scuote 1e fondamenta del regime fascista. Hag. 2 In Italia il popolo sta appena incominciando a muovere i prirni passi sulla strada della lotta con- tro Ia guerra e contra i1 vassallag- gio alla Germania; e ogni limits. zione, ogni restrizione delle basi stesse su cui i1 Fronte Nazionale deve condurre la lotta contro la guerra, unendo tutte le forze pro- gressive del paese contro i1 ne- mico comune, sarebbe ancora una volta pagata molto cara dal popolo 'tr, ttp""') 37 ll ITTO Itll A 'sy ( Vic to ry J Yearly Subscription $2.00 t Single cop Advertising rates on application Italian Weekly Newspaper Published every Saturday of the year by "La Vittoria" Publishing Company 274 College St. .-.- Room 9, - TORONTO, Ont ENNIO GNUDI, Managing Editor ASSOCIATE EDITORS: Rev. Augusto Bersani Girolamo Malisani, President of the "Famee Furlane" Society. Anselmo Bortolotti, Member of the Supreme Council, Order of Italo- Canadians, Ottawa, Ont. ly Subscription $2.00 t Single eopy---5 cents. l'anonimo. Un prete cattolico cinese, Pa- dre Kwei, é state decapitato da- gli invasori a Lukiatu, la lettera informa, mentre a Yushan un pre- te franease, Padré Poizat, é sta- to crudelmente battuto, punzec- chiato dalle baionette ed abban- donato in una strada di campagna privo di sensi ed in gravissime con- dizioni. Le sue condizioni sono tut- tora eritiehe. Almeno due delle vittime di Yukiang furono brueia- te vive secondo lo serittore della letteratehe ha tenuto a conservare Secondo lo serivente della let- tera non meno di mille cristiani cinesi vennero ueeisi dai giappo- nesi. La lettera informa inoltre che ventiquattro delle trenta mis- sioni Cattoliche del Vicariato di Yukiang che trovasi a sud est di Nanchang, furono distrutte dai giapponesi. italiano. Se questa rastriziope poi dovesse venir applicata alle forze popolari di sinistra, che rappresen- tano le masse lavoratrici - lo strato, cioé, che é pid profonda- mente interessato alla lotta con- tro il fascismo e contro la guer- ra - eio' equivarebbe a costruire una politiea nazionale sulle sab- bie mobili, portando acqua al mu- lino dei nemici e degli agenti del- lo sfraniero. LA SITUAZIONE TRA GL1 ANTIFASCISTI ITALIANI IN AMERICA Lo stesso vale per l'emigrazio- ne antifascista italiana in Ameri- ca. Non é ammissibile che dei motivi egoistici, che non hanno nulla a che vedere con i veri sco- pi che gli italiani si pr0p0ng0no oggi, per salvare il paese dall'abis- so in cui Mussolini lo sta facendo precipitare. La divisione é un lusso che so- pratutto gli emigrati antifascisti italiani in America non possono e non devono permettersi. Se il se- rio errore commesso a Montevideo dai nostri amici de11'Italia Libera" dovesse continuare a ripetersi, l'an. tifascismo in America non fareb- be altro che dimostrarsi incapace di svolgere una funzione positiva, sia in Italia che tra gli italiani del- le due Americhe. Per peter raggruppare tutti gli italiani all'estero Che vogliono aiu- tare il paese a lottare contro 1a guerra, a cacciare Mussolini dal potere e a combattere per schiac- ciare il mostro hitleriano, occorre prima di tutto sbarazzare il ter- reno degli ostacoli che ancora si elevano sul eammino dell'unitir delle forze antifasciste. E che co- sa ostacola, ritarda e impedisce 1a realizzazione di questa unité? Prime, 1a sottovalutazione delle forze del nemieo. Malgrado i du- rissimi colpi ricevuti, malgrado sia indebolito dalhrpposizione del po- polo alla guerra e dalle divisioni che si manifestano in mode sem- pre pif1 chiaro nelle sue stesse file, il fascismo ha ancora 1a forza di dominate la situazione e di ingaw nare una parte importante della nazione; senza parlare poi del fatto, esso pure non privo di im- portanza, che Missolini puo' an- cora contare sulle sue baionette e sulle baionette dello straniero. Secondo, 1a sopravalutazione da parte delle forze democratiche del- la propria forza. Le correnti di opposizione, al regime fascista so- no molto forti, ma appaiono an- cora caotiche, confuse, lacerate da interessi» personalistici e ristretti; talora si presentano come un grup- Yenti anni di Iotta contra ill fascismo Benito Mussolini é un maestro di scuola, di famiglia artigiana: suo padre era un fabbro sociali- sta. Insuperabile demagogo, nel 1912 egli fu eletto, nel Congres- so di Reggio Emilia, come rappre- sentante della frazione rivoluzio- maria del Partito Socialism, diret- tore dell'Avantir. Da allora e fine al B120 tradimento egli fu, di fat- to, il capo del partito. Quando scoppio' Ia guerra del 1914 Mus- solini affermo' che si trattava di una guerra imperialista e diresse, durante phi di due mesi la camptV gna a favore della neutralitg del- YItalia. Tuttavia, in ottobre, dopo di aver ricevuto la visita di alcuni rappresentanti del governo francese i quali, (come si seppe poi) 'in diedero 150.000 franchi, divento' interventista, venne espul- so dal partito per tradimento e fondo' il quotidiamo Il Popolo d'Italia ohe ebbe come program- ma la guerra contro la Germania e la lotta contro i socialisti. Quando l'Italia si sehiero' a fianco della Francia e dell'Inghil- terra, i1 24 maggio 1915, Mussoli- ni hon si presento' come volonta- rio nell'esercito. Il suo amico Prez- zolini scrisse in quel momenta, molto apertamente e molto cinica- mente, sulla rivista La Voce (cite a memoria, ma con grande esat- tezza): "Noi abbiamo gik fatto il nostro dovere spingendo l'Italia a1- la guerra e dobbiamo continuare a farlo, lontano dal fronte, lot- tando contro i1 nemico interno. Sono gli altri, quelli che non han fatto nulla fine a questo momen- to, i neutralisti, che debbono an- dar a combattere". Fedele a que- lsta linea di condotta. Mussolini ando' al fronte solo quando vi fu mandata la sua classe (1883) e Poco dope venne ferito, non dal nemico, ma durante an esercizio militare, dallo scoppio di una bom- ba, , molti chilometri dal fronte, Ris'tabilito jonipietasdt% e, rapi- damente, non ritorno' phi in' zona di guerra: egli aveva il suo lavoro da compiere, hen tranquillo e ben siearo, a Milano, contro il "nemi- co interno'". i socialisti e tutti gli altri avversari della guerra. Continuiamo 1a pubblicazione di una serie _di lezioni sul fascismo italiano fatte da Mario Montagna- na alla Universitat popolare del Messico. Il prime Fascia di Combattimen- to venne fondato poco dopo la fine della guerra, il 23 marzo 1919, a Milano. Parteciparono a questa fondazione alcuni uomini in buona fede, i quali credevano veramen- te che per salvare l'Italia fosse necessario lottare, con il ferro e con il fuoco, contro il movimento operaié; alcuni giovani studenti ubbriacati dalla fraseologia mus- soliniana, e dominava 1a riunione un gruppo di criminali professio- nali e di avventurieri - quasi tut- ti ufficiali smobilitati e senza im- piego - capeggiati dallo stesso Mussolini. Gik abbiamo vista quale era, pif1 o meno, i1 programma del primo Fascio: demagogia e falso patriottismo. In quel periodo il movimento popolare si sviluppava, come con- seguenza del malessere provocato dalla guerra, in forma impetuosa. Credo di poter affermare, senza correre il rischio di sbagliarmi, che in nessun paese ilEuropa - con l'eeeezione, naturalmente, della po organizzato, in urto con la po- litiea del governo, e talora sembra- no aver quasi il carattere di una eriea 0 di una setta. Pur orien- tandosi verso 1a lotta contra la guerra, quests correnti mancano ancora della guida. di un'organir zazione centrale, costruita sulle larghe basi di un Fronte Naziona- 1e che non perda mai di vista il punto essenziale: fare la pace e sbarazzarsi di Mussolini. Russia e, durante alcuni mesi, dél: Terzo, Ia ristenza ad imparare dalle lezioni del passato, e princi- palmente a comprendere la ragitr ne della forza del Fronte popolare in Spagna e in Francia. Quel che assieuro' 1a forza di questo mo-. vimento, che riusci quasi a cam- biare i presenti rapporti di forza internazionali tra la reazione e la democrazia, fu Ia stretta e leale collaborazione della classe operaia con tutte 1e forze progressive, 1e quali compresero che il benessere del loro paese e la difesa delle loro libertg erano indissolubilmen- te legati con la necessité di con- trobattere o di distruggere sul nascere lo sviluppo del fascismo. Sarebbe pura follia, oggi, cercar di risolvere i1 formidabile proble- ma della liberté e dell'indipenden- 22. del nostro paese, senza sfor- "La Vittoria" 7 Novembre 1942 la Ungheria e della Baviera - vi fu, in quegli anni, un movimento degli operai, dei contadini e degli strati medi della eitt2; um movi- mento popolare, nel significato complete di questa parola, cosi va- sto e cosi avanzato come il movi- mento italiano negli anni 1919 e 1920. Vi furono, in quel periodo, seio- pert eeonomiei ai quali parteeipa- rono migliaia di operai e che du- rarono varie settimane. Vi furono scioperi generali politici ai quali parteciparono milioni di operai del- l'industria e dell'agricoltura, che durarono vari giorni e durante i quali tutta la vita del paese era completamente paralizzata. Vi furono occupazioni di numerosi ltr. tifondi da parte dei contadini po- veri smobilitatif I salari vennero fortemente au- mentati; le Commissioni Interns e Consigli di fabbriea vennero uffi- cialmente riconosciuti; i contratti di mezzadria e di affittanza venne- ro notevolmente migliorati. Il liver. lo di vita del popolo si elevava di mese in mese. Non solo il popolo ma anche molti capitalisti erano convinti che l'Italia si trovava al- la vigilia deha rivoluzione. Il punto phi alto almeno appa- rentemente - del movimento ri- voluzionario venne raggiunto nel settembre 1920, quando pif1 di un milione di operai occuparono tutte le offieine dell'industria metallur- gica e delle altre industries col- legate ad essa. Durante an inte- ro mese,\g1i operai lavorarono e produssero per proprio conto, senza la presenza degli industriali, che essi avevano caeeiato daIIe fab- briche. Il governo, impotente di fronte alla grandiosité del movi- mento, non oso' intervenire, no- nostante le insistenze dei padroni. Del resto, i1 governo sapeva di avere nelle sue Tani uno stru- mento p1Y1 siearo 'dei cannoni: i ll figlio di l4atteotti dirige il volo su Milano "Libera giarnpsi'; gibrnale de- mocratico che si pubbliéa a Lu- gano, ha rivelato che il figlio del- l'ex deputato socialista Giacomo Matteotti, fatto assassinate da Mussolini ha diretto la squadra aviatoria che ha bombardato re- centemente Milano. II fatto gl statd raccontato da un aviatore polacco che faceva parte dell'eroiea s'quadra diretta dal figlio di Matteotti. L'avia- tore polaeco costretto nel ritorno ad atterrare alla frontiera sviz- Tera, ha rdeeontato alle autorité di questo paese l particolari del' volo su Milano. Giacomo Matteotti, capo autore- vole del partito socialista unita- rio, e segretario pirlamentare del- lo stesso partito fu fatto assassi- nare sulla pubblica via a Roma, nel Giugno 1924,' perché Musso- lini non sapeva che' cosa rispondere alle tremende accuse, che i1 valo- roso deputato socialista aveva fat- to alla Camera dei deputati, con" tro il regime fascista. Dopo aver ascoltato in silenzio il disconso accusatore di Giacomo Matteotti, Mussolini disse alla ban- da Dumini: "E' neeessario che que- sto deputato nan mi disturbi phi". zarsi al tempo stesso di realiz- zare la pid largts unité possibile e senza dare in questo piano di unit2 un posto appropriato alla classe operaia e ai suoi rappre- sentanti pill capaci tra i socialisti e i comunisti. Quarto, fopinioms ohe la libera- zione dell'1talia saré. il risultato di un intervento esterno di tipo mi- litare. Attenzione a non dar credi- to a quasta falsa speranza! La liberazione dell'Italia non deve e non puo' essere altro che l'opera del popolo italiano. La disfatta militate di Hitler costituiré an fattore decisive nella eaduta di Mussolini e del fascismo, ma non sari: il solo fattore. Senza un mo- vimento popolare all'interno del paese, senza la rivolta delle mas- se contro l'oppressione, sarebbe un sogno vano pensare che la situazio- ne possa essere radicalmente cam- biata. Pochi giomi dopo, Matteotti ca- deva sotto i colpi del pagnale di Dumini. IL DOVERE DELL'OPPOSIZIONE Inoltre, il compito essenziale del?opposizione consiste nel com- battere per la sconfita di Hitler e non nel rivolgere appelli a tut- ti in giro mentre si resta passivi. - Passato il pericolo immediato e dope aver constatato che gli operai non avevano gik pid lo stesso en- tuzsiasmo e la stessa fiducia nel- le loro forze che avevano prima deUoccupazione delle fabbriche, i grandi capitalisti diedero a Mus- solini tutto il denaro ch'egli vo- leva, armarono 1e squadreVaseiste - composte, in generals, di figli di industriali e di proprietari ter- rieri e d i criminali professionali -r..- e 1e lanciarono alla lotta cont gli operai e i contadini: contro i loro capi, contra 1e loro organim zazioni e contro i loro giornali. La lotta comineio' nelle campa- gne, dove era pi6 facile colpire isolatamente i "rossi". Squadre di 30, 50 o 100 fascisti, armati di bastoni - i famosi "mangane11i" - e di pistols, partivano in auto- idairri, si' recaVano nei viliaggi o inelle lpiccble eittft di provincia, devastavano o incendiavano 1e se- di dei sindacati; obbligavano, con minaeeie di morte, i eapi socialisti e comunisti a bere un quarto di 1i- tro o mezzo litre di olio di ri- icino, 1i bastonavano e saecheggia- vano le loro case. Se uno di essi resisteva, veniva ucciso senza pie- tit. E se' la porpolazione, nel suo insieme, si rivoltava e faceva tug- gire i faseisti - il che successe molte volte - questi ritornavano alcune ore o il giorno dope, mol- to pifi numerosi, e compievano 1e pif1 spaventose rappresaglie. Tuttavia, quando gli industriali si impegnarond ad aumentare i Ba lari e il governo promise una leg- ge per iq eontrollo operaio suli'in- dustria - legge che non venne mai votata - i capi riformisti dei sindacati aeeettarono il compro- messo e diedero l'ordine di eva- cuare le officine. Opporsi, era im- possibile, poiehé eio' avrehbe signi- fieato la scissione del movimento operaio e una sconfitta. immediate e irreparabile del proletariato. Per gli operai la questione era chiarissima. Gli industriali non dovevano pi1's tornare in posseso delle officine. L'ora della rivolw zione, per essi, era suonata. Per questa ragione non si erano limi- tati ad occupare 'Ie fabbriche, ma continuavano a lavorare in esse, che consideravano ormai come cosa loro. eapi riformisti dei sindacati. Con l'ira e l'odio nel cuore, de- moralizzati, gli operai abbandona- rono Je fabbriche. Per un piato di lenticchie, come Esail, la elasse operaia italiana aveva ceduto i suoi diritti di primogenitura, i suoi di- ritti come classe dirigente della societé. Comincia, da questo momento, la fase discendente del movimento rivoluzionario italiano e la vera offensiva fascista. Non solo si invadevano le case e si ammazzavano a colpi di basta- ne o di pistola gli uomini davanti agli oeehi delle madri, delle mo- gli e dei figli; non solo si saccheg- giavano e si incendiavano molte ca- se private, ma molte volte si vio- lavano 1e mogli davanti ai mariti ridotti ne11'impassibilitk di ribel- larsi; si impiccavano i "eapi ros- si" della localité. o 1i si trasei- nava dietro un autocarro in mar- cia, con 1e mani legate, allo stes- so autocarro, fine a quando gli sventurati morivano con il cranio fracassato. Cosi venue ucciso per esempio. Pietro Ferrero, i1 diri- gente degli operai metallurgici di Torino. Per questo, non bisogna mai di- menticare che il tallone d'Aehille del fascismo é la lotta contro la guerra e contro la dominazione hi.. tleriana in Italia. Essere capaci di superare le de- bolezze che si manifestano oggi in modo evidente nel (more stesso dell'antifascismo italiano in Ame rica, significa né pits né meno che passare da un piano, da un 'trup- po, da una setta, da una cricca, da un partito, si, da um classe ad un'uniorte basata an un piano nazionale. Intorno a questo piano si decide- ranno i problemi della pace e del- Ia liberté: E nessun onesto anti- fascista potrfr restate in disparte, a meno che non intenda lavorare per il nemico e ritardare la liber- tti del popolo italiano, per la cui causa milioni di uomim' sono pron- ti a dare i1 Ioro sangue. Tra fidanzati - Tu non mi eonosei bane, mio caro Luigino. In me ci sono due donne. UMORISMO - Ebbene, na, fammi il Paltra . . . MARIO MONTAGNANA mia adorata Caroli- piacere, presentami Ytalo-Canadesi alla battaglia di Dieppe Mentre é ancora viva nella men- te del popolo canadese fimpresa eroica di Dueppe, vogliamo rigor- dare che anche alcuni italo-cana- desi vi hanno partecipato. Abbia- mo gifs avuto oeeasione di aceen- nare alla parte gloriosa sostenuta in questa battaglia dal nostro con- cittadino wine Ferrari di Wind; s.?r. Oggi, siaihb in grado di an- nunciare che anche il nostro con- nazionale E esto Marchese, di Hamilton, 'i-eft'S',ei,,dl','Jei,1'l"t'iet,i1rl- tCsHiissieme alla sua squadra alla battaglia di Dieppe, con fineari- co di proteggere con la sua mac- Ernesto Marchese ha viSsuto i momenti importimti della battaglia di Dieppe Parlando a Montreal, sotto gli auspiei del Comitato finanziario nazionale di guerra, l'abate Sa... bourin dei fueilieri di Mont Roy- al ha detto: "Io non lavoro per nessun governor non Bono affatto pagato per parlare a voi, ma ho pagato io stesso tper aquistare il di- ritto di dirvi tiberamente quello che penso". "Quando i1 colonello Menard, alla vigilia del raid, prese la pa- rola, comineio' dicendo: ragazzi ei siamo. Io non ho mai vista e non vedro' mai an'esplosione piii gran- de di entusiasmo". A1 banohetto si notavano auto- revoli personalité tra 1e quali il generale E. B. Panet e il luogo- tenente ColoneHo Menard, eroe della spedizione di Dieppe. La prima lezione che scaturisce dal raid di Dieppe, ha detto Nba- te Sabourin, ' una lezione di fede. Io sono Hero che siano stati scelti i canadesi spedizione di Dieppe dice l'abate Sabourin "Dopo il comandante toeeo' a me di parlare. Io dissi Che molti dei presenti forse non sarebbero pid ritornati sulle caste dell'rnghil- tetra e che bisognava percio? met- tersi, in regola con Dio, davanti al quale qualcuno poteva apparire tra poche ore. Poi partimmo. "La notte era splendida, i1 mare meravigliosamente 'calmo. Partimmo tutti senza l'ombra del- la pid piccola esistazione, decisi a lanciarci con un coraggio da 1e- oni in mezzo alle reti di ferro e al fuoco delle mitragliatrici. Rivista della settimana (Continua da pag. I.) pid nulla dell'esereito soviettico. "Che cosa pensavamo mentre i battelli ei trasportavano verso 1a In seguito la campagna di Rus- sia si é trasformata in mm scac- co clamoroso per Hitler, costretto a cambiare eontinuamente.i suoi generali. Non vi é dubbio che l'in- successo della guerra contro la Russia ha provocato dei gravi dis- sensi nell'alto comando tedesco. . Mentre scriviamo, fAlto coman- do Soviettico non rieonosee ro- vesei in alcun settore vitale del fronte montano del Caucaso, la- seiando con eio' comprendere chia- ramente che la ritirata annunzia- ta dai giomali 6 gifs arrestata. Sul- llaltra ala del fronte caucasico 1a fanteria tedesca ha tentato di pe- netrare nelle posizioni soviettiche ad est di Novorosisck, ma é sta- ta sterminata. Appare cosi che l'e- sercito Rosso seguita efficacemen- te a resistere nel?area del Mar Ne- ro, al nerd della regione di Tau- pse, ove é giunta una punta del- l'invasione nemica. NOI Cl SIAMO BATTUTI PER IL CANADA ERNESTO MARCHESE Noi salutiamo questo va1oroso nostro connazionale disposto a combattere voluntariamente su qualsiasi punto del fronte sino al- i la distruzione del fastismo. Questo. 'smentisce in pieno quello che 'freddamente, e.inicameute, Ia ra- Ilia-Roma ha pits volte insinuato, cioé che gli italtp.camsdksi sono co- stretti a battersi contra la loro china lo sbarco delle truppe. Ernesto Marchese é di origine piemontese ed é venuto nel Cana- da ali'eth di sei anni. In Hamilton egli si era creata una posizione agiata dandosi al commercio al- I'ingrosso della frutta. Aveva mol- ti amici in Hamilton e Toronto, ma appena scoppiata 1a guerra si arruolo' volontario e sapero' bril- lantemente gli esami al "Royal Canadian Engineers". Amante dello sport ed abile di- lettante di lotta, gianto in Inghil- terra ha partecipato a molti match per aiutare 1e opere di guerra. In una lettera inviata ad una gentile e distinta Signorina di Hamilton subito dopo la battaglia di Diep- pe, il nostro connazionale diceva: "N on dimentiehero' mai la giorna- ta del 19 agosto. Questa giornata é stata per me la pid bella e pif1 fortunata della mia vita". E pits avanti seriveva ancora: "Sono ri.. tornato in Irrghilterra senza al- cuna ferita e desideroso di conti- nuare a compiere il mio dovere sino in fondo." volonté. lotta? Noi pensavamo a voi, noi volevamo impedird a Hither di ve- nire a distruggere la fade, 1e no- stre tradizioni e tutto queue che nella vita abbiamo di phi care. "E noi non ci siamo-battuti per 1'Inghilterra ma con 1'Inghilterra ei siamo battuti per il Canada. A quelli che non possono andare a1 fronte io domando di sottoserive- re, di prestare tutto quello ohe possono". "II valoroso coloneJlo Menard ha detto: "Il compito del soldato non é quello di parlare ma di agi- re, accetto tuttavia di parlare per- ché sento che per me questo ' um dovere. Dopo il mio ritorno da Dieppe ho notato che di tutte 1e nazionalité la nostra é ancora quella che é meno imbevuta di spirito aggres- sivo e di quella volonté tenace che ei farg Vincere 1a guerra. "Molti sembrano sorpresi di vederci estremamente calmi dopo i1 ritorno da Dieppe. Quando im- pareremo che i nostri antenati si sono battuti contro dei nemici an- Cora pif1 crudeli dei nazisti? "Quando apprenderemo che l'ar- mata canadese tra tutte 1e armate del mondo durante l'ultima guer- ra N la sola che non si arrese al nemico? Il soldato canadese é uno dei migliori soldati del mondo e ei vorré, molto pid di una bat- taglia di Dieppe per indebolire il suo morale e la sua combattivi- tit." Il presidente della Turchia, ha dichiarato al Parlamento Nazio- nale che la Turehia é pits vicina alla guerra di quanto non lo sia state all'inzio delle ostilith. La Turchia si crede vicina alla guerra "La preservazione della neutra- litg - egli aggiungeva - divie ne sempre pid difficile, mentre Si intenrsifica l'inimieizia tra i belli- geranti ed un ondata di confusio- nismo spazza il nostro paese. Egli ha continuato dicendo che la Turehia "terrg fede ai cuoi ob- blighi" nelfanno veniente, che po- tmi vedere pif1 violenti conflitti, e concludeva: "Una politica basata sul domi- nio del mondo da parte di una so- la nazione é impossibile. "Gli eventi del future dimostre ranno anche pif1 chiaramente che 1e pichole potenze, come 1e grandi hanno diritto alla libera esisten- za", Anne I. N. 24.

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