Angelo Principe' Italian Canadian Digital Newspaper Collection

La Voce degli Italo-Canadesi (1939031), 22 Apr 1939, p. 4

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Questa e' una delle specialita' di Montreal, ove una certa sera, in una certa via, in un certo ri, storante un gruppo di sette o otto si present6 con lo scopo spefifico di... insultare qualcuno che Si trovava nel ristorante a com- mentare gli avvenimenti del pen- tolone europeo. Cintervento del- la polizia calm6 gli animi. Ma... quando 1a si finira' con queste sconcezze piu' o meno etiopiche ed albanesi? La squadraccia di tanto in tan- to fa delle apparenze e si mani, festa con il solito accompagna- mento di provocazioni ed insulti. MONTREAL, Que. _. Per chi non lo sapesse, tra 1e tante attri-i buzioni del marchese De Simone; c'e' anche quella di mantenere una maniata di manutengoli. l Queste stelle - o bolidi - giunte sul nostro pianeta hanno diametri che variano da cualche metro a qualche chilcmetro. Ne fu vista una nel 1848 il cui diametro raggiungeva i 4.000 metci. Se fosse caduto su di noi av- rebbe provocato un craters simile a quelli lunari. Di solido, i bolidi scop- piano prima di colpire il nostro Pia- neta, sul quale lanciano una pioggia di detriti. Nel 1803 una formidabile esplo- Sione si verified in Francia; 1e pietre celesti caddero in una zona lunga 26 chilometri e larga 11. Un altro bolide, di 2.000 tonnellate, apparve nel 1872, Il nostro pianeta naviga alla fanta- stica velocité di centomila chilometri I'ora. Naviga negli spazi senza con- fine, fra gli sciami di corpuscoli che divengono incandescenti quando in- contrano l'atmosfera celeste e appaio- no sotto forma di stelle cadenti. Allora questi corpuscoli descrivono una vasta traiettoria nel cielo e si spengono rapidi. Ogni anno sulla Terra cadono non meno di 150 miliardi di queste stelle filanti. Spesso, quando il loro peso é minimo, si volatilizzano nell'aria come un fuoco fatuo; quando invece non vengono distrutte dal fuoco ca- dono sul nostro pianeta. Un vagare' continue, insomma, del nestro e degli altri pianeti; e vests traiettorie di stelle cadenti, 1e quali peré seguono anch'esse un percorso men capriccioso. - these and other factors lead one to hope that in the very near future the Italians in Canada, as a body, will publicly and in no uncertain terms unite with the existing progressive Italo-Canadian movement and, with them, join the democratic and peace loving people of Canada in the denunciation of fascism and in the expression of their will to resist its menacing advance at home and abroad, PAG. 4. In Lille, 5,000 Italians of that city declared: "We are ready to march side by side with the French population to repel the aggressors". Romano Cocchi, general secretary of the Italian emigre association in France (Unione Popolare Italiana) said: "The Italian emigre population (throughout the world) is one fifth of the population of Italy - and we are the force that counts in this situation". Another leader states: "If Italian military organ- izations are formed in France and the United States they will fight AGAINST THE FASCIST REGIME AND NOT AGAINST THE ITALIAN POPULATION". Meetings throughout France indicate that the Italians re- siding there are prepared to defend the republic against aggression. {The categorical refusal of the young I8-year old Italian boy of New Toronto to become an instrument of fascist aggression, the Laudable and timely statements of Frank Lamberti, president of the IttrHan-Camrdiart University Club to the effect that Italo-Canadians are loyal to Canada, the mounting feeling among Italians in Toronto and in Canada generally that the idea of fighting for fascist imperialists is not such a good one after all Similar sentiment exists in other parts of the world where there is an Italian immigrant population, and especially in the United States, where anti-fascist feeling has reached unexpected levels after the invasion of Spain and the au-too-evident subservience of the Italian fascists to the Iegld-domirtatits plans of Hitler. w In Canada, too, we are witnessing the first open manifestations of dis- approval of fascist ideology and methods among Italians who for years either kept their counsel (because of fear of fascist agents) or even gave some evidence of tolerance of fascism. " _ It is therefore comforting and encouraging to read of Italians (by some indiscriminately associated with fascism) who come out openly in their con- demnation of the regime which has brought misery and poverty to their land of origin and has made the name "Ittuitm", because of the ruthless in- ternal and external policies of the fascist government, not always an easy one to bear. f" In France, thanks to recent government decrees, Italians throughout the country (there are 900,000 of them) are pledging themselves to the defence of their adopted country and the institutions it typifies. Mlirfanidl Sentiment Among Italians Rises Rapidly The recent crisis, or, rather, the recent series of crises, brought about by the ever-expanding aggressive aims of the Rome-Berlin axis, have ser- ved to stiffen the attitude of the governments of the democracies in the face of systematic fascist aggression and have produced a firmer' stand of the peoples throughout the world in the defence of peace; and in this stand the Italians of the various democratic nations could not but take a front line Rosition. The object of the Ciano commission (so-called because at the head of it stands Massoliai's sow-in-law and foreign minister) was to entice Italians abroad into returning to the "motheNand" where, according to carefully or- glnized propaganda cam igns, "there is now (after the "conquest of the empire") work for all". ylee, local fascist paper, "Il Bollettitto", carried a news item on the formation of this commission several months ago, but since then it has neither mentioned this body again nor a single instance q an. Italian answering the appeal, which goes to prove that this decoy recruiting organization met with the fate it deserved - a good Italian "fiasco"p" If one is to judge the enthusiasm of Italo-Canadians for the aggression policies of Mussolini on the basis of the response of our nationals to the re- patriation appeal launched some months ago by the Claim commission, then one must inevitably come to the conclusion that such policies are thorough- (i) unpopula/r among Italians in Canada. 1lialira Isagliattiafa della some squadracgia Una picggia di stelle STELLE E lglllli?irliit)lilllTll . I H" V ,w. 11 Corrlspondente. ancora una -/S:'eye bianche, azzurine gialle, E aranciate, rosse E Alcune di queste stelle sono sprov- Eviste di idrogeno, mancano, cioé, di Eacqua. Inoltre é stato possibile stabi- :lire che i colori delle stelle non Co- 'stituiscono una semplice apparenza Eottica, bensi una realté dipendente i dalla composizione chimica dell'at- _| mcsfera che 1e avvolge. I Vista mediante un cannochiale, ogni stella presenta I'abbagliante in- _ cendio della sua atmosfera. Nelle in- 'icandescenti atmosfere che avvolgono 3i! sole e 1e stelle appaiono, come phi fdiffuse, quelle stesse sostanze Che iabb,o.nd,ano sul nostre pianeta e, in particolare, quelle pif1 necessarie alla 'nostra vita. Tra queste I'idrogeno, i1 ' sodio e il magnesio, che rappresenta- 'no le acque degli oceani e sono parte jessenziale in un mondo costituito i come il nostro. che popolano lo spazio. Non basta, di- ciamo, seientiticamente. Ed é possibile che 1a fantasia abbia II fatto Che nei meteoriti non si siano trovate tracce di vita vegetale e animals, non basta per esludere ch'essa esista negli innumerevoli astri Spento l'incendio, 1a stella si perde nello spazio siderale. Ma appena una stella finisce, un'altra nasce. Insomma, 1'ana1isi scientifica trova nelle stelle lo stesso materials di cui é costruito il nostro pianeta. L'occhio del telescopic, immerse nel fondo dei cieli, é abbagliato da esplosioni dai colori cangianti. Le stelle, dopo pazienti studi, furono di- vise a seconda dei loro colori. Ab- hiamo cosi 1e stelle bianche o azzu- rine (Sirio, Vega), gialle (il nostro Sole), aranciate e rosse e infine rosso acceso. I loro raggi inondano I'etere di una limpida marea luminosa. Cid che ha fatto pensare che, in molte stelle, esistesse una vita vege- tale e animale. Cié che ha indotto a fantasticare sull'universo, a figu- rarselo abitato da esseri presso a poco somiglianti a noi. Sinora per6 nei meteoriti caduti nel nostro globo non sono stati trovati detriti fossili né vegetali, né animali. Questi carpi celesti, ci offrono 1a possibilité di studiare 1a struttura de- gli astri. E vero che 1e indagini chi- miche finora effettuate su di essi, non hanno ancora rivelato elementi estranei a1 nostro pianeta. Vi si trovano notevoli quantité di ferro associate a1 nichelio e altri me- talli e sostanze come sulla Terra. il 31 agosto, sopra Roma, a un'altezza di 184 chilometri. Fortunatamente si consum6 nell'atmosfera, quasi com- pletamente. Abbaglianti incendi volta preceduto 1a scien- za nell'immaginare mondi favolosi, coperti da folti alberi, bagnati da va- sti oeeani, e abitati da esseri ragio- nanti. Noi non avremmo nulla da dire contro questi doposcuola, Che come in Francia ed altrove, esistono anche in Canada, se essi si proponessero ve- ramente di completare coll'insegna- mento della lingua italiana, Yeduca- zione che i bambini dei nostri conna- zionali gig ricevono nelle scuole fran- cesi, canadesi, ecc. L'insegnante arrestato non era in possesso di alcun titilo che potesse giustificare I'impiego affidatogli. Agli scolari, una ventina, non era impar- tito alcuna lezione di lingua ed ancor mend di storia italiana. Gli inni ta- scisti, il salute alla romana, i1 patso dell'oca, il tutto mescolato con un ab-. bondante propaganda antifrancese, erano 1e sole materie insegnate in questa' scuola. A1 maestro some state inoltre sequestrati dei documenti sul cui contenuto 1e autorita mantengono il phi assoluto riserbo. V In Francia il fascismo ha aperto centinaia di doposcuola per i bambini degli emigrati. Esso si serve di questi doposcuola allo stesso modo che si serve dei dopolavoro e delle Case de- gli italiani per condurre la sua opera di divisions, di corruzione fra gli e- migrati e per svolgere ne11'interno stesso della Francia la sua campagna di odio fra i popoli e di incitamento alla guerra. 1t logico Che lo svolgi- mento di una simile propaganda av- rebbe, presto o tardi, attirato I'atterr. zione del governo francese. A Piennes é state arrestato il sedi- cente insegnante del doposcuola che il fascismo aveva aperto in quell'- importante centre d'emigrazione ita- liana. Apprendiamo da "La Voce degli italiani" di Parigi che alcune setti- mane fa 1a polizia ha operate una Derauisizione nelle scuole fasciste di La Tourdu-Pin. Ma i1 popolo, cpsa pensa di questa Camera dei fasci? Essa gli é compte- tamente estranea. I consiglieri non sono stati eletti dal suffragio popO- late, ma neppure dalle organizzazio- ni che pretendono di rappresentare. Naturalmente il re, nel discorso dallo stile mussoliniano, non ha tat- to parola dello Statute, 1a cui cele- brazione ricorre ogni anno, la prima domenica di giugno. 11 re ha letto il discorso "del trono" come se nulla fosse accaduto. Una volta si rivolgeva ai "signori deputati", adesso si rivol- ge ai "signori consiglieri": non c'é gran che di mutate. Non gli é passato neppur per la testa che dovesse Clare una spiegazione al popolo, che do- vesse difendersi dinanzi a1 popolo! ll re ha giustamente paura del popolo. Conosce come vanno a finire i conti tra re e popolo. Verré un giorno in cui il re, e i suoi reali successor, che non succederanno, dovranno pagare il fio del loro tradimento. ri" pu6 lontamente pensare che in regime statutario troverebbero un so- lo cittadino italiano disposto a dargli i1 voto. Ed é qui 1a logica della Ca- mera dei Fasci e delle Corporazioni: creato un regime nemico del popolo, questo non pu6 fare appello a1 popo- lo, perché i "ludi cartecei", nella li- berté elettorale, sarebbero un plebi- scito antifascista. La Camera dei fasci e delle corporazioni, e la soppressione definitiva della rappresentanza nazio- male, sono 1a prova de11'odio che nu- trono verso i1 regime 1e masse pop0- lari. Dovye 1a liberté dei cittadini, la 1i- berth di opinions, di associazione, di stampa, sancita dallo Statute? Dov'é il suffragio elettorale, 1a rappresen- tania nazionale? Il regime fascista ha soppresso queste liberté; ha SoppreS- so lo Statute, a1 quale fé giurare te-. delté dai suoi "consiglieri"! Di fronte a1 monarca, personaggio irresponsabile de jure e de facto, i quasi settecento "consiglieri" hanno giurato fedelté alla legge contro 1a quale 1a loro sola presenza é 1a prova phi sfacciata dell'infrazione, del rin- negamento, del tradimento. Infatti i "consiglieri" sono tali, occupano un seggio, tirano ricchi emolumenti dalle loro losche impress, proprio perché lo Statute é stato assassinate e sep- pellito. Nessuno di questi "consiglie- Dunque, i "consiglieri" che costi- tuiscono la odiosa ed inutile assem- blea di Montecftorio, hanno giurato fedelté allo Statuto. Un tale giura- mento appare, ed é davvero, 1a prova di un cinigmo quale g possibile rag- giungere solo alla scuola della misti- ca fascista. Concediamo, per6, una at- tenuante ai "consiglieri": essi depo- nevano il false giuramento nelle ma- ni del re, che é garante dello Statute, e che ha dimostrato quale valore egli desse alla legge fondamentale dello State tuttora formalmente in vigore. Perquisizioni nelle scuole fascisle in Framia La cerimonia della inaugurazione della Camera dei Fasci e delle Corpo- razioni si é svolta cosi: i "consiglieri nazionali" hanno giurato collettiva- mente 'fédelté allo Statute, dope di che i1 re ha letto il "disoorso del tro- th, insegnante arrestato La Camera dei F asci e delle Corporazioni LA VOCE DEGLI ITALO-CANADESI Pulcinella comanda nella barracca d'Italia, mentre dall'altra parte si canta I'inno immortale: Vivat mascarillus Furbum imperator. s. Ma 1a corona di Sicilia non é stata mai rinunziata dai Borboni nei 79 an- ni che sono passati dalla conquista di Garibaldi ad oggi. E, se saré necessa- rio per fare rumore, non saré lo scher- zo dei plebisciti di Crispi, Ricasoli, d'Azeglio o Bertani che impedirf1 ai matti d'Italia 1a riconquista e I'occu- pazione militare di tutte 1e rupi d'Ita- lia inclusa Frosinone capitale di pro- vincia adesso, Rocca delle Camminate e Predappio cervello del regno. Pulcinella non é mai morto ad AL ragola. Bene hanno fatto Ia Francia e I'In- ghilterra a non opporsi allo sbarco in Albania, terra riconosciuta al1'Italia dalla vecchia Austria sin dal 1900; cosi come bene faranno a non opporsi allo sbarco degli Italiani a Palermo, in Sicilia, il giorno in cui 1a politica di prestigio imporré a1 governo ita- liano per fare rumore e distrare I'at- tenzione del popolo che ha fame; co- si come bene faranno a non opporsi a che 1a corona di Sicilia, quella che gig cinse Federico II di Hohenstafen. venga offerta all'Italia da un prime ministro caropepareo. Né saré maggior betta. L'AIbania era zona d'Italia da mol- ti anni, ed oggi ne abbiamo anche 1a corona. E incredibbile la fanciullagine dei colpi di testa italiani: Invece di fare un'alleanza con la Jugoslavia e la Francia, che avrebbe in certo modo riparato all'assorbimento de11'Austria e Che era quindi necessario, si é pre- ferito rinforzare 1'asse Roma-Berlino anche a costo di essere obbligati di rioccupare I'Albania,_donde per es- sere conseguenti, non si pu6 fare al... tro che cercare di penetrare nei bal- cani, costruire 1a giolittiana ferrovia Constantin-li-Dura-o e farsi dare altre batoste dai tedeschi che, quando saranno seccati, imporreranno agli italiani, senza amici ed alleati, d'an- darsene per la terza volta da11'Alba- ma. Ma in Italia si lavora per presti- gio e percié Tunisi si chiama Durazzo e il mare nostrum lo si cerca ancora in Albania. Ad una sola potenza potranno gli italiani fare direttamente ombra in Albania: 1a Germania, che l'assorbi- mento della Cecoslovacchia, 1a paura dell'Ungheria e della Jugoslavia, i1 trattato commerciale con la Rumunia e i rapporti culturali con la Grecia, rendono Pacifica padrona dei balcani col consenso dell'Italia Che l'ha fa- vorita in tutti i modi. La presenza degli italiani in Albania non pu6 quindi che essere un contropeso alla dominazione tedesca in quei paesi. Gli italiani in Albania non minac- ciano 1a Francia, né 1'inghilterra, mk solo il predominio tedesco negli sta-. ti balcanici. Ma adesso chi minacceranno gli italiani in Albania? Non 1a Grecia protetta da l'Inghilterra, non la Ju- goslavia gig chiusa nell'Adriatico. Quelli erano i tempi in cui il popc- lo poteva ancora cantare per strada I'inno di Maneli, di Garibaldi o dei Lavoratori. (seguito de11a prima pagina) r0, di Olimpia (madre di Alessandro Magno) e di Giovanni Scanderbeg, i soldati italiani sono ritornati in pa- rata ad occupare 1e posizioni che mai avevano perduto; ma che avevano abbandonate per obbedire alla volon- ta della nazione che, nel 1920, li ave- Va voluti fuori dalla malaria Alba- nese. Perci6 il popo1o italiano, che vuole la tine del regime fascista, e lotta per il suo rovesciamento, spazzeré via domani, con il governo della fame, dell'oppressione, della guerra, 1a Ca- mera dei fasci e delle corporazioni, i suoi consiglieri, 1a cricca dei gerarchi e la monarchia della quale non ha nessun bisogno. Il popolo italiano vuole dirigere i prfprii affari, vuole risolvere da sé i problemi della economia e della Poli- tica interna, della educazione e della politica estera. ll popo1o italiano vuo- le riconquistare la liberté che ha per- duta. Vuole 1a liberté di opinions, di associazione, di stampa, di parola. Vuole la propria rappresentanza elet- ta dal suffragio universale, eletta da tutti i cittadini maschi e femmine che abbiamno compiuto il 18.0 anno di etti. Vuole un governo che faccia la sua politics Solo cosi si realizza i1 regime del popolo. Solo cosi i1 popo1o é al potere. Solo cosi i1 popo1o pu6 difendere i suoi diritti, sancire delle leggi che taglino 1e unghie ai ptscica- ni, ai grandi capitalisti, ai grandi pro- prietari terrieri. Solo cosi i1 popo1o pu6 difendere la pace. Solo cosi il po- polo italiano pu6 esprimere dal suo seno 1e forze poderose che lo Porte- ranno a1 rango dei pid grandi popoli del mondo. Essi non hanno nessuna facolté legi- slativa. Essi non hanno nessun dirit- to di criticare il governo. Sono chia- mati a costituire delle Commissioni di consulenza. Non sono responsabili che di fronte a1 "duce". Mare Nostrum e Regno d'Albania l In principio 1'"ejido" fu considera- to come un mezzo complementare per provvedere al sostentamento dell'- agricoltore, Questi continuava a lavo- rare nella hacienda vicina e in phi per completare il suo salario coltiva- va la sua parcella di "ejido". Ma que- sta situazione si complied 'ben presto: nacquero ttonnitti tra i latifondisti e gli "ejidatarios" e in breve costoro Si attennero esclusivamente alla colti- vazione delle loro parcelle. Queste si dimostrarono insufficienti a provve- dere i mezzi necessari di vita. II riconoscimento ufficiale della deficienza quantitativa delle dota- In un prime tempo, d'accordo colla legge 6 gennaio 1915, si pens6 sola- mente di restituire ai villaggi indii 1e terre comunali, che loro'erano state usurpate dai proprietari delle "ha- ciendas". Questa prima tappa ebbe cosi un carattefe di restituzione. Ma sorsero innumerevoli difficolté. Le comunité indie non erano quasi mai in condizioni di presentare i titoli di proprietir. essi erano in gran parte andati perduti durante la Conquista e il periodo coloniale, e spesso non era- no esistiti poiché l'occupazione delle terre comunali datava dai tempi de- gli Aztechi. Allora si muté i1 carat- tere della distribuzione agraria. In- vece di restituzione si parlé di dota- zione: si dotarono Ie' comunité indie delle terre necessarie. Le terre furon concesse sempre in quantité esigge: d'accordo col censi- mento "ejidal" del 1935 1a parcella media di lavoro in tutto il paese era di 3,5 ettari. Per6 dentro di questo sistema basi- co e a1 margine di esso, Si sono intro- dotte nella distribuzione delle terre formule diverse. In quanta a1 diritto di usufrutto esso implica 1'obbligo di coltivare personalmente 1a terra: cessando i1 lavoro personals cessa il diritto all'- usufrutto della parcella de11'"ejido". La forma basica seguita nel distri- buire 1e terre, dall'inizio della rifor- ma fino ad oggi, é 1a forma collecti- va. Le terre e 1e aeque sono date ai villaggi (non agli individui) in modo che siano possedute dalla comunité per quanto nella maggioranza dei ca- si I'usutrutto della terra da lavoro sia individuale. La terra posseduta in forma collettiva dagli abitanti del comune si chiama "ejido" e non pub esser venduta né ipotecata. L'articolo 27 stabilisce che tanto 1e terre come 1e acque, comprese nei li- miti del territorio nazionale, appar- tengono alla Nazione, 1a quale ne tra- smetfe il dominio ai privati ed ha 1a facolté di attribuire a1 detto dominio 1e modalité che I'interesse pubblico consiglia. Attualmente 1a distribuzione della terra é regolata dall'Articolo 27 del- la Costituzione del 5 febbraio 1917 e dal Codice Agrario. Il leader iniziale del movimento fv Emiliano Zapata, che lotté accanita- meme contro i successivi presiderti, da Diaz a Carranza, ottenendo d- quest'u1tirho che gettasse le basi dell? ritorma agraria. con la pubblicazione della legge del 6 gennaio 1915. Da allora ad oggi i1 problema agra- rio é state prospettato sotto aspetti diversi e in conseguenza diverse fu- rono 1e forme impiegate per la sua soluzione. Nell'altipiano centrale, in cui si cqncentra il 60% della popolazione totale del Messico, 1e terre sono "stanche" per 1'irrazionale e secolare metodo di coltivazione e, oltre la de- tieienza delle piogge, si presenta la minaecJa delle "gelate" che fanno perdere in un mattino lo sforzo di mesi. In un paese cosi difficile per la produzione agricola, il latifondo creb- be come un tumore, approfittando della mane d'opera mal pagata, di complicité e di protezioni, de11'esen- zione delle imposte, applicando 1a coltura estensiva, esigendo dalla terra i1 massimo sforzo, senza concederle nulla. La Rivoluzione del 1910 ebbe, come la Guerra di Indipendenza e come 1a Ritorma, un carattere schiettamente agrario. Sotto 1a Dittatura di Porfirio Diaz (1884-1911) il latifondo prosper6 tanto che esistevano "haciendas" grandi come uno stato (2.600.000 et- tari) veri feudi dove I'uniea autoritii era quella del padrone, i1 quale fa- ceva giustizia di sua mane e obblida- va ad un lavoro forzato i suoi "Peo- nes". I1 Messico é un paese che soffre di deficienti condizioni naturali per la produzione agricola. Ne11'altipiano centrale e nel Nerd, regioni nelle quali vive 1'80% della popolazione é notoria 1a mancanza di pioggia, co- sicché 1a prudenza consiglia di etylti.- vare solamente 1e terre che sono pos- sibili di irrigazione. L'area delle terre irrigabili é relativamente limitata. Nel Messico 1a concentraziorte della proprieté territoriale in poche mani ha costituito sempre *un problema eConomico-sociale di enorme impor- tanza. Durante la Conquista e la Colonia gli spagnoli si impadronirono delle migliori terre in grandi estensioni. La Chiesa cattolica arrivé ad essere, specialmente verso 1a meth del secolo XIX i1 maggiore latifondista. La Guerra della Riforma trasferi i lati- fondi dalle mani della Chiesa a quel- le dei signorotti laici. PROBLEMI MESSICANI (Francisco Frola dell'universita' nazionale del Messico) L'Ejido L'ammonimento e 1e costatazioni del Papa hanno in questo momenta un grande valore perché fissano Je responsabilité dei gravi avvenimenti di oggi e dello sviluppo di questi do- mani, e sono un incitamento ai catto- lici a lottare per la pace lottando con- tro quelli che la mettono in pericolo violando i patti e 1e liberté di popoli pacifici ed indipendenti. E evidente che il Papa, pur non far cendo nomi, ha fatto delle allusions' ben precise. Egli ha voluto indicare ai popoli che lo state di ansia, di sfidud cia, di pericolo di guerra é dovuto a quelli che considerano i patti pezzi di carta straccia, a quelli che violano continuamente gli impegni orali as- sunti di fronte a1 mondo. E chi ha stracciato questi patti e rinnegati gli impegni, ripetutamente, se non Hitler e Mussolini? "Un sense di impazienza e di mal- contento agita I'anima degli uomini come se fossimo alla vigilia di giorni funesti. In verité non possono esistere 1a tranquillité e I'ordine che costitui- scone 1a pace quando i figli della ter- ra sono divisi in forza di opposti par- titi ed interessi." Continuando, il Papa ha detto: "Non vi potrd essere pace net mon- do se tra le nazioni manca quella re- ciproca comprensione necessaria per spingere ed incoraggiare i popoli ver- so le vie luminose del progresso civi- Le, né quando i patti solennemente stipulati e Le promesse verbali hanno perduto la loro sicurezza ed il Lora valore - basi indispensabili per una scambievole fidueia e senza le quali l'ardentemente desiderato disarmo materiale e morale perde ogni giorno la possibilitd di essere realizzato." Pio XII ha invocato 1a pace "con giustizia e caritg", ed ha rilevato i1 danno che fanno quei governi che o- stacolano 1a missione della Chiesa. "ll messaggio di pace del nuovo Ponlelice 11 Messaggio che il nuovo Papa Pio XII ha inviato ai cattolici ed ai cre- denti in occasione delle feste Pasqua- li, é state bene accolto in tutto i1 mondo che vive nell'ansia a causa del grave pericolo di una nuova guerra mondiale. I "Peones" si son trasformati in li- beri lavoratori, Che partecipano at- tivamente alla restaurazione econo- mica del paese. Nella gestione Collet-. tiva della tetra e dei suoi prodotti tssi vanno acquistando 1a capacité per amministrar la cosa pubblica. La riforma agraria in Messitro-rws-rap-' presenta soltanto una misura di giu- stizia economica, ma costituisce an- che una ampia palestra di progresso politico e sociale. Gli indii, fino a nochi anni fa relegati nelle solitudini desolate delle campagne, son entrati a fronte alta nel grande teatro della Rivoluzione messicana, non pm come miserabili comparse, ma come prin-. cipali attori. Pio XII dice che "non vi pu6 essere pace se i patti e gli impegni verbali sono violati" Percié ha organizzato il "Banco Nacional de Credito ejidal" fondato i1 2 dicembre 1935 con un capitale di 120.000.000 di pesos messicani, cioé circa un miliardo di franchi fran- cesi. Mediante I'istituzione dell'ejido il latifondo in Messico é state liquidato. L'"ejidatario" deriva direttamente dal bracciante (e1 peon) delle "hit- ciendas". Egli si é trovato, dinanzi alla parcella di terra sprovvisto di ogni mezzo di lavoro. Spesso ha do- vuto ricorrere all'usura. Data 1a gra- vitg e la estensione del problema, i1 Governo si é visto nella necessité di far del credito a favore degli "eiida- tarios" una funzione delle Stato. Gli "ejidos" collettivi non sola-. mente lavorano in comune, ma rea- lizzano in comune anche 1e vendite dei prodotti e gli acquisti. Sviluppano at- tivitit di co-operative di consumo e posseggano magazzini centrali di di- stribuzione. Durante i quattro anni del governo del general Cardenas 1a dotazione di terre ha subito un incremento enor- me. Nei venti anni che vanno dal 1915 al 1934, furon distribuiti 8.150.- 841 ettari. Dal 1934 al 1938, ch'e cor- rispondono a1 governo di Cardenas, gli ettari ripartiti furon 15.468.197, cioé quasi i1 doppio di quanti venne- ro distribuiti nei vent'anni prece- denti. La legge del Credito agricolo del 1935 ordina a1 Banco nazionale di Credito "Ejidal" di concedere i cre- diti preferibilmente agli "ejidos" che coltivano 1a terra in forma collettiva. Da allora 1e statistiche segnano un aumento abbastanza marcato della superficie della parcella media. Nei primi tempi, nonostante che 1e terre fossero di proprieté comunale, I'usufrutto era individuale. La tetra eran frazionate in parcelle e distri-. buite tra 1e famiglie della comunité, Che 1e considepavano come patrimo- nio famigliare. Ora 1a tendenza é di adottare i1 sistoma. della coltivazione collettiva e di abolire i limiti divisorii fra 1e di- verse parcelle. zioni tu fatto per la prima volta dal Presidente Cardenas nel 1935. SABATO, 22 APRILE 1939.

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