Fiero nemico dei privilegi si mo- stra il Carducci. Con quale gusto sa- tireggia contra ogni avanzo muffito del passato! ' ll suo rimprovero non risparmia nessuno: né politicanti, né tepidi, né mi,-suscitatriee _di una crociata di po- poli "schiavi sparsi su, Yoppressa ter- ra" - basta da sé, a far cadere tutto i1 palm artificioso costruito dalla eri- tica "affieiale" d'oggi. E iweva ben chiaro dinanzi a sé lo stretto legame che deve correre tra queste due realté: indipendenza naziomile dallo straniero e liberté populate. 5 Come vorrei poter rimettere sotto gr occhi dei nostri letterati servili, dei compilatori di crestomazie seola- stiche, gli aocenti carducciani di odio per la tirannia e per i tiranni! Egli voleva la liberté della cultura e del pensiero, l'indipendenza assolu- ta dell'uomo da ogni oppressione. Il concettio ch'egli si faceva del l'Italia - erede della Repubblica ro- mana, maestra di liberté. con i Cornu- Esisteva, ai tempi della mia ado- lescenza, nel 1919-20, qualche profes- soige fieramente democratico e giaco- biniy -- come uno di storia al liceo, ricordo - che ei infiammava di ar- dore, leggendoci e commentandoci il Ca. in e la Canzone di Legnano, in- cxiicando in noi giovanissimi l'anr- mirgzione, allora riteauta necessaria ad Ogni formazione spirituale e ad ogni cultura civile, per la rivoluzione friineese, calla, del mondo moderno, e il culto della ragione e della liberté. (Seguito della prima pagina) il sentimento espresso a questo pro- posito dall'immensa maggioranza de- gli elettori di Toronto, 80 mila a fa- vore delle lezioni anche durante la guerra e 19 mila contro, é oltre ogni dire confortante. Oggi, di fronte alla camuffatura seam pudore che si tents. di introdur- re mella scuola e nella vita, in Italia, deit'opera del buon leone marem- mano; mostrare il vero volto del Car- dueei é diventato un compito urgente di riidueasione civille e sociale. . ina il No trionfo, popol d'Italia, . ths l'etei nera, su l'etd barbara, 1ru i mostri onde ta con serena gimstizia farai franche 1e genti. "Si era nel 1935 all'inizio dell'im- présa d'Abissinia: ed io provavo un disagio sordo e an rossore pieno di gamma vengogna. Mi pareva che do- Vstero mandar al confine la povera lapide, Che osava dire simili verité! n popolo di Toronto che ha saputo conquis'tarsi tante simpatie e che co- stituisqe una parte importante, se non la phi importante della poplapione Sul Campidoglio, a Roma, vi é una lapide, se ben Fammento, offerta da stvdenti stranieri alla gran madre latina. Vi sono scolpiti i versi del Cardueci, tolti da Nell'annuale della fondazione di Roma: del Canada, continues ad essere u- na lava. importante nella lotta in di- fesa della ibertsi e della democrazia. - PUNTATA XIX - N IV "Povera me! - eslamé la madre a. quella. vista, presa da pietsi e rimorso - perché non l'hai detto prima che avevi cosi male? Chissi gone soffri! - Wavevano detto che, in prin- cipio, le spalle faceva risale a tutti. Ma poi ci si abitua. Ed io ho bisogno di lawman... - No é possibile! L'orlo del sec- chio, oosi, an quelle piaghe vive anche se riparate dal cuscinetto, ti deve far troppo male. Domani mat. tina vemi con me dal dottore. Poi, adesso, Maddalena cominciava t guadngzsare an p6 di phi. Aveva lusciato i1 laboratorio delle "tote" dove poteva restate solo apprendista, e II mpon80 del dottore fu netto: impossibile continuare il lavoro con queue piaghe. Poteva soppravvenire una cancrena. Bisognava cambiare mestiere; e, se era possibile, far riposare i1 ragazzo. PAG. 4. Uesito delle elezioni nella citta' di Toronto Pierino si riposé tutto il tempo che rimase nuovamente disoccupato. Stavolta per6 la madre non os6 brontolare, malgrado la miseria hen. Pierino aveva date grande pro- " della SU& buona volontai e del suo spirito di sacrificio, lavorando con quelle apalle piagate senza lamen- tarsi, finché aveva potato resistere. E lei, the nonostante i suoi difetti unava i1 figlio e sapeva anche dimo- strarlo - quando non aveva bevuto - ralbbrividiva ancora al pensare alle spalle piagate del ragazzo. nonpiri di regi, non pif1 di cesari, 6 non di catene attorcenti braccia umane sugli eburnei carri; . . . gli ambi che nuovi trionfi asuet- Liberiamo il Carducci! Egli sente la necessitk per l'orga- nismo sociale di rinsanguarsi in una rivoluzione ehe Spera e vede paeifiea. II papolo deve trasformare la vecchia societsi di classi esaurite e rigide, "formata da uomini di chiesa, di spa- da e di eommereio". E immagina i1 popolo future, senza privilegi, "uno, 'uguale, libero" (dal discorso Alla 1e- ga per l'istruzione del popolo). E si Iegga nell'articolo polemico in difesa del suo Ca ira, contra ac- cuse lanciategli da critici reazionari, il suo sarcasmo, il suo sdegno, per "la letteratura senza pensieri, il go- verno e la politica senza idee, la vita senza eonvinsioni". Si ascolti i1 suo grido contro quella pletora di arcadi ridicoli, proprio mentre il popolo ita- liano viveva in condizioni tragiche o affamato emigrava in America! Tutte queste sue posizioni ardite sono oggi ignorate in Italia. Sono trqppo imbarazzanti. Nelle scuole ei si eontenta ii imparare a memoria: T'amo o pio bove o I eipressi dhe da Bolgheri alti e schietti. . . E nelle prose si fa reeitar eon voce nasale agli infelici scolaretti: Il Benaco, dal- lo sfondo di riva o Rivedevo i1 dolce paese di Toscana. . . . Le prose carducciane sono ancor pin ignorate, oggi, che 1e poesie. E per ragioni ben ohiare. In esse, 1a polemica é molto phi diretta. servi. Come frusta i ricchi soddisfab. ti, che assoldano scrittorelli per ave- re godimenti "dello spirito" quando hevono il caffé, con una letteratura che li aslulre soddjsfi i lore istinti! Cardoeci esalta in ogni pagina la forza del popolo. Lo sa elemento in- dispensabile, prime fattore e attore della vita sociale, civile, politica e eulturale della nazione. Ne studia il sorgere nei Comuni e nelle Repub- bliche, nel medioevo, ne deprecal'as- servimento col nascere delle Signorie. Infatti, nello Svolgimento della let- teratura nazionale, stabilisce ben chiaro il decadere della grande let- teratura italiana trecentesca, quando essa si staeea dal popolo per diven- tare letteratura di corte: quando cioé il popolo si ritira dalla vita pubblica e la democrazia cede il passo alla tirannia. Se gli studenti d'oggi, inquieti e inappagati dalla oaltura addomesti- cata, satpessero rileggere questi versi del Cardueci, quale fremito percor- rerebbe 1e loro giovani Vite: 0 dormenti nel giorno, il gallo canta Ferve i-1 lavoro e cedon l'opre al vet: aspettate cosi ne la suprema gran gala, o montoni, il funeral: la libertd tocca ill tamburo e insie- (me Ma t1essuno ricorda che questi bra- ni di coore sono inseriti nell'incendia- rio articolo Ca ira, sopra citato. II coraggioso poeta della liberté, del popolo, della repubblica, scompare a poco a poco sotto nappine e dora- ture ridicole. Literiamo il Carducci! Antonio MORRENO s'era cercata lavoro come aiutante, mentendo sulla sua eté. Fisica/mente, era molto sviluppata e poteva benis- simo, adesso, passare per una ragaz- za di 15-16 anni. Nel nuovo labo- ratorio dove s'era presentata, l'ave- vano assunta in prova; e lei, morden- dosi 1e labbra e tirando fuori la lingua, aveva superato vittoriosa- mente Ia prova, facendo in un solo giorno 300 pezzi a macchina. Nes- suna, al vederla con quale slancio e sicurezza lavorasse, avrebbe mai sospettato che era la prima volta che stirava a macchina! Venue assunta con la paga straor- dinaria -. per una bambina della sua vera etis - di venticinque soldi al giorno-. Anche Giovanna, la sorellina mi- nore, cominciava a lavorare. Vera- mente, lei non avrebbe dovuto - sosteneva Maddalena - non perché fosse troppo giovane (aveva oramai quasi 11 anni), ma perché non aveva terminato la scuola. - Ma se sono an asino! - rispon- deva la piccola, allegramente, a que- ste rimostranze di Maddalena. - Non imparer6 mai nulla ugua1mente! Era veto. Aveva ripetuto tre anni la prima classe; poi, passata final.. Imente in seconda, non si era mossa pifs. Se si doveva attendere, per mandarla a lavorare, che avesse terminata la term classe, come pre- tendeva Maddalena, chissa fino a quando si sarebbe atteso t.. - Fino almeno a vent'anni - diceva lei, seria seria. tutto nel lgtte miele. . Il listin della borsa va Ho de' valori pubblici, Paolotta e um giomale Del centre, _ che mi dileguan medic evo e earneval. Amore, tunoie! ei sbuffa - io canto l'ideale. . (A certi censori) .montando. . . an'amante paragona a (lDante: - il mon- (do nuota Indipendentemente da questa fun- zione, che resta il principale scopo il Centro ha una missione scientifica: esso, grapie agli apparecchi di g,ran- dissima precisione di cui é dotato, studia nelle condizioni pits favorevoli i fenomeni generali di propagazione delle radioonde; e questo, a fine di rilevare 1e leggi generali che ispire- ranno i tecnici delle future conferenze internazionali, riuniti per modificare la distribuzione delle frequenze ed ottener cosi dei miglioramenti del rendimento dell'insieme della rete di stazioni trasmittenti. La moltiplicazione del numero di stazioni radiofoniche é diventata cosi grande, che da alucuni anni ormai si é reso necessario un regolamento stretto della lunghezza d'onda cor- rispondente a ogni stazione trasmit- tente. A questo scopo, esiste a Bruxelles un Centro di Controllo dipendente dall'Unione Internationale di Radio- diffusione destinato a sorvegliare 1e convenzioni internazionali, che rege- lano la distribuzione delle frequenze in funzione della potenza della sta- zion trasmittente e della posizione geografica. Lo scape principale di questo Cen- tro é dunque quello di segnalare im- mediatamente ogni causa suscettibile di indurre una stazione a distuzibare Pemissione di una stazione di lun- ghezza d'onda vicina. Un giornale svizzero segnala dhe nel Venezuela la dinamite é impie- gata da poco con successo per com- battere 1a malaria. ll controllo intemazionale delle radiotrasmissioni Questo metodo si é rivelato parti- colarmente effieace nel prosciuga- mento delle paludi dove vivono mig- liaia di larve di zanzare portatriei di germi. Si affondano carbucce di dina- mite a 50 metri l'una dall'altra nella palude e si scaricano elettricamente. Le deflagrazioni producono non solo buchi enormi ma fessure nel terreno, nelle quali spariscono le acque stag- nanti. In questo modo 1e larve di ':,'i:r:'r's',,j,,rjtt,i:,:reis) 'rr:si'/fir,iC:_ cr. '-. T 'g' A}: ::r,ri:::iv', 1t,)r,'jifrsfi"irs:C J,-.;),':))'?,- (, (ri'-",",,', J I,:, i,rf?i,5,,' ti: TT i, "c" _ _'ii"if)r'r. "h _ srCi(iidh_,,xrS:jis)i'i' ' .' IA "--r ss,yycytsrierU' \_~ Y, g _. __ _r',r. Q.-\\5;\.\,_ Hr "i T _ _ " c'ci"s?h'A'iiyii:isses, N l" :~r.':::=':u y (fii?i'tssS,tif:ilrc V a ', (i ' C:Cir:c':_id; _i,iCi?i)t.j':j:ri,ff, t ""V J, _y;tj'.i:iffs, (ii:',t?'iiyyi.if T . c\~\\::-:'<->"» 'ij1fifiijjijj'fyy, N , N . 3""? 5 e'sc'y:r-:'fCy:","/s ' J. -,r:_,," .". " 5:5" N V "rj'ii):i, ',r, a :13, x ste, _ ". g ,," _ ;- N s T 'rt, V '3,. T "iij'ir:'i:?/, '<,:.c' . -_f 2" , , V 'i"-. Gioventu' senza sole Un areoplano da bombarda mento tedesco 'abbattuto dai francese. L'apparecchio é cad uto Dietro le linee francesi. Cosi prese il posto di Maddalena dalle tote ed il suo magro salario contrihui ad attenuate un p6 la miseria dellafamiglia. La citté sémbrava pid gaia, pits Vivace. I muri grigi delle case spa rivano sotto la fioritura di grandi manifesti colorati. Le vie ampie, di- ritte, monotone, sembravano ravviva- te da tutti quei colori erompenti dai muri. La lotta ferveva, vigorosa, acca- nita. Si trattava delle prime elezio- ni a suffragio universale ed i socia- listi, che avevano presentato dapper- tutti dei propri candidati, ponevano grandi speranze nei risultati delle elezioni, malgrado gli avversari nu- merosi e potenti. Erano i manifesti delle eleroni le- gislative. La lotta vivamente Maddalena. Per la prima volta, sotto l'aspetto di due opinioni politiche diverse, due opposte concezioni della vita si af- frontavano, all'interno della famiglia. Da una parte, la madre, sola. Dal- Paltra, Pierino e Maddalena, uniti e d'aeeordo. Tra gli uni e Paltra, Gio- vanna, che se ne infischiava allegra- mente delle elezioni. LA MALARIA COMBATTUTA CON LA DINAMITE NUTIZIE E (lllilliltO glliilWlilllii LA VOCE DEGLI ITALO-CANADES1 elettorale si ripercuoteva in seno alla famiglia di Romanzo di ESTELLA (Teresa Noce) zanzare vengono radicalmente distrut- te. La deceduta lascia nel pif1 profondo dolore non solo il marito ed i tre figli Pietro, Maria e Ginetta che l'adoravano ma tutti quelli che tyb- bero occasione di conoscerla. Per espresrsa volontd della defunta la sal- ma é stata cremata. Al marito co- nosciuto ed amoto per aver corperto, Sempre con onore e disinteresse, molte cariche tra le quali quella di segre- tario di finanza del Circolo locale dei lavoratori sono giunte molte condo- glianze. Vancouver. - Colpita da una ma- latia che non perdona a soli 55 anni cessava di vivere Ia signora Fran- cesca Costanzo moglie esemplare del nostro amico e abbonato della "Voce" Giuseppe Costanzo. La Redarione della VOCE inviis 1e pid fraterne condoglianze all'ami- co Giuseppe Costanzo e ai tre figli Pietro, Maria e Giannina. . (Seguito della prima pagia) ' Quanta Volte abbiamo incontrato dei lavoratori L italiani espertissimi nell'arte loro, modelli dl Jtrohith, di viva intelli- genza considerarsi di fronte ai loro compagni canadesi come dei cittadini di seconda zona e quasi _ vergognarsi del lore paese di origine. Noi vogliamo che gli italiani portino tutto il peso della loro capacith e delle hrro esperienze all'arrichi- mento del paese di adozione ma nello stesso tempo pensiamo che nessuno ha il diritto di chiedergli che si dimentichino del loro passato, che passino la spugna sulle tradizioni del lore paese nativo. [ ....... . . . Gli italiani sono qui come in altri p'aesi i discendenti di un }'grande popolo che ha Hate au'umanith dei giganti come Dante o Galileo, e che ritornerh ad imporsi all' ammirazione dei popoli di tutti i paesi del mondo. Essi poss'ono e devono essere fieri di queste tradizioni. A solo lavorando in questa direzione che noi diventeremo veramente parte integrante 'del popolo canadese,W" , Francesca ilttitrgt La madre, subito, aveva parteggia- to per quei candidati dei partiti che, secondo lei, difendevano l'ordine, la famiglia, la religione. Dio, la patria, il re - gridava per tutta rispota agli argomenti contrari dei figl.. - Staremmo freschi se vineessero i socialisti! - aggiungeva. Dove anrebbe a finite la famiglia? Vo- glono il divorzio, costoro! E vorreb- bero lavorare? I ricchi ci sono sem- pre stati, in tutte 1e epoche, e sem- pre ei saranno. Senza di essi non ei sarebbe lavoro per noi, poveri. Inol- tre, i socialisti sono dei senza patria. Hanno mandato via dal Ioro partito perfino Bissolati che é, si, un miscre- dente, ma che almeno , un patriota. Non volevano la guerra di Tripoli: come se non fosse una guerra santa la guerra contre i pagani, contra i neri che ammazzano i nostri missio- nari! Pierino rispondeva a dovere. Fre- quentava tutti i comizi, tutte 1e ri- unioni; ed imparava a discutere, a ragionare, a non essere mai a cor- to di argomenti davanti agli avver- sari. - Non é vero che noi non voglia- mo la famiglia; ma non la vogliamo pif1 cosi eom'é oggi. Guarda la tua, che bella famiglia! Dov'é il padre, La democrazia canadese l II were é un organo situato nella :cavité toracica; esso contiene delle 'cavité, ripiene del sangue che per mezzo delle vene gli giunge da tutte le parti del corpo. La sua stuttura rasxomiglia a quella dei museoli, per mezzo dei quali compiamo dei movi- I menti: ad ES. ,i mascoli del braeeio. E aneh'esso eompie dei movimenti, per- ché ritmicamente lancia nelle arterie _den'organisrr,o il sangue; e questa la Non intendo certo parlare dei do- lori. delle sofferenze e di tutte le af- fezioni che l'amore provoea negli ruomini e anche nelle donne. Vorrei invece dire due parole riguardo a questo organo, che 1'umanitk conside- ra tanto prezioso da fame il depo- sitario degli affetti pif1 elevati, e delle Due malattie. LA PAROLA DEL MEDICO puksazione cardiaca, che si pu6 perce- pire facilmente sull'arteria del polso. Soltanto che i movimenti del cuore non sono soggetti alla nostra volonth: essi si compiono indipendentemente dai nastri desideri, noi non possiamo ne arrestarli (per fortuna!), ne aeee- lerarli per un sempliee effetto della nostra volonté. IL CUORE tt questo uno dei capitoli pid vasti e pif1 difficili della medicina, ma che giustamente interessa profondamente i1 pubblico, Giacché in pochi argo- menti come in questo un nomero grande di persone é direttamente in- teressato. Abb-iamo detto che il cuore é um muscolo; orbene quando esso venga danneggiato da una cause, morbosa, da un'infezione, una parte della sua sostanza muscolare viene distrutta e sostituita da un tessuto simile a quello d'una cicatrice comune della pelle, che 1i produca dopo una ferita o una bruciatura. Ma questo tessuto cicatrizzato non é pi1'1 capace di com- piere il lavoro a cui il cuore é desti- nato, cioé di pompare ,il Sangue nel- le arterie. Compaiono allora numero- si disturbi che gli ammalati conosco- no fin troppo bene; dapprima affan- no di respiro nel fare 1e scale 0 nel compiere tun lavoro pesante o nel cor- rere, poi affanno di respiro anche a_riposo, stanehezza, senso di stordi- mento e dolori di capo, talora tosse, dolori al torace, in corrispondenza del cuore, vomiti. Sono questi i disturbi che earatterizzano yinsuffieenza di ouore. LE MALATTIE DI CUORE il marito? Se ne é andato, senza pen- sare ai figli, a noi, che siamo cre- sciuti come abbiamo potato. Tu che sei per "l'ordine" non sei fuori del- l'ordine? E non vogliamo pif1 i pa- droni, é vero, perché noi pensiamo che si starebbe meglio senza di loro senza quelli che ei sfruttano. Man- cherebbe il lavoro? e perché? Lavo- reremmo per noi invece che per loro, ecco tutto. Diei che i ricchi ci sono sempre stati e sempre ei saranno: ma questo lo dici tu, lo dicono i preti, lo dicono i ricchi! Invece, basta ra- gionare un poco per convincersi che non e'é nessuna ragione perché sia cosi. Quando sei nata tu, e'erano for- se le automobili? Si poteva forse par- lare da una citté all'altra? No! Eb- bene, adesso ei sono le automobili - che non c'erano mai state; e'é il te- lefono, il telegrafo; si vola perfino! Una volta non e'era tutto questo ed adesso c'é; e non vedo proprio perché se una volta e'erano i rieehi debbano esserei anche domani! Certo, se la gente fosse tutta come te, i padroni potrebbero dormir tranquilli! - Non "eredo", io; ragiono! Sei tu Che, come l'insegnano i preti, cre- di senza ragionare! Voi non avete niente: i signori han- no uttto. - Ma cosa pensate di peter fare? - Intanto, qualehe cosa abbiamo gift fatto; adesso possono votare tab. ti. - Tu credi a tutte le fandonie che raccontano i socialisti. -. Gig! cosi manderete al Parla- SABATO, 10 GENNAIO 1940 Altre voIte l'infezione non colpisce dapprineipio il muscolo cardiaco, ma. invece le cavité del cuore, special- mente al loro ingresso: anche in que- erto case si ha la formazione di un tessuto di cicatrice, e il lavoro del cuore resta ostacolato in mode phi o meno grave. In un secondo tempo poi subentrano anche delle lesioni del muscolo rstesso e si pu6 arrivare an- che in questo case all'insufficienza di cuore a cui si é phi sopra accennato. Le malattie che phi comunemente danno origine a questo genere di Iesioni del ouore sono 1'infezione reu- matica e infezioni varie causate da altri genmi. Bisogna quindi assolutiunente che l'ammalato di cuore segua le pres- cripzioni di vita ricevute dal medico, e in tutte le sue abitudini si adatti alle possibiltti che lo state del suo cuore gli concede: eviti quindi dei la- vori e degli esercizi troppo gravosi, non si assoggetti a strapazzi di nes- sun genere, faeeia una vita pill pos- sibile sana, dorma regolarmente un muamero di ore sufficente, e segua an- che per il vitto i consigli del suo me- dico. Purtroppo molti punti di questo pr0gramma non sono sempre applica- bili, date le condisioni odierne di vita e di lavoro delle classi lavoratrici. In tutti questi "vizi di cuore" la capacitis lavorativa dell'organismo fi- ni.;ce sempre per essere diminuita in 'Iliodo pif1 o meme grave, talora gra- vissimo. Come rimedi per queste malattie, disponiamo di una serie di farmachi: la digitale, lo stromanto, l'adonide e loro derivati, come pure in certi casi 1'oppio, dowutamente usati, rendono servigi preziosi, e associati a un sane regime di vita possono mantenere in buona efficienza anche organismi il cui cuore abbia perso una parte non indifferente della sua capacité lavo- rativa. In tutte queste affezioni del cuore si pu6 riscontrare un sintomo, che spesso non manca di allarmare i pa- zienti: l'aumento della Pressione del sangue. Questa si riscontra spesso nell'insufficienza di cuore, ma con frequenza andhe maggiore nello sta- dio avanzato di un'altra malattia del- yateiosifeFdsi. rn- tiuiiisiti 2TitEiiiiiis si ha un'alterazione delle piccole arterie le cui pareti si ispes-siscono e rendono molto pifs difficile il lavoro del cuore, quello cioé di spingere il sangue in esse. L'alterazione Nessa delle pie- cole arterie e quelle conseguenti del cuore portano a un aumento talora imponente della pressione sanguigna. L'ateroscierosi é um iffezione che in- sorge di solito dopo i cinquant'anni, raramente prima. Bisogna per6 notare che an aumen- to della pressione del sangue non in- dica sempre un peggioramento delle condizioni dell'organismo, ma pu6 invece essere un meceanismo di cui l'organismo si serve per mantenere un equilibrio circolatorio soddisfacen- te. A quindi errato interpretare ogni aumento della Pressione del sangue come un fatto grave e preoeeupar- sene in modo ingiustificato e inutile. Molte volte invece dopo un aumento della pressione, l'ammalato prova un sense di miglioramento e di sollievo, Che prima, con pressione phi bassa, assolutamente non avvertiva. L'ELEVAMENTO DELLA PRESSIONE DEL SANGUE mento della gente senza istruzione o dei farabutti, che approfittano di voi per conquistarsi il "seggiolone" e poi, una volta al Parlamento, pas- seranno dell'altra parte! - Manderemo a1 Parlamento dei rappresentanti nostri, dei rappresen- tanti dei lavoratori. Se per paura che tra i nostri vi sia domani un viglia- cco, abbandonassimo la lotta oggi e mandassimo alla Camera i nostri ne- mici, saremmo degli stupidi! - Va lei! Sei un bambino ed un'il- luso. Gosi finivano quasi sempre le dis- cussioni; e Pierino fremeva di rab- bia a sentirsi dire che era un bam- bino ed un'illuso. Egli aveva coscienza di aver ragin- ne e di non esser phi un bambino, né un'illuso. Bambino lui che cono- sceva gik diversi mestieri e che gua- dagnava p1Y1 di tutta la famiglia! Glielo farebbe vedere, il bambino, a sua madre! . . . Non sperava per6 di convincerla. Era troppo credente, troppo legata al- la chiesa; piuttosto di dubitare de- gli insegnamenti di Dio - dieeva sempre sua madre - bisogna du.. bitare della propria meme. E con tutto questo, non era affatto amiea dei preti: sapeva per esprienza che cosa fosse la ,maggioranza di questi, tanto Che soleva dire: bisogna segu- ire gli insegnamenti dei preti, ma non il loro esempio; ché, se s seguis- se questo, si andrebbe diritto all'in- femo! (CONTINUA) Il dottor Antonio.